Partito Comunista: Levi Morosi, membro del Comitato Centrale
Negli ultimi anni, il progressivo invecchiamento della popolazione ha attirato l’attenzione della politica sul tema delle pensioni e per questo motivo, il prossimo 3 marzo, il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi su due iniziative che riguardano l’Assicurazione vecchiaia e superstiti. Si tratta di una consultazione interessante, nel corso della quale si dovrà scegliere tra due visioni politiche opposte. Da un lato, c’è chi chiede di aiutare i pensionati ad affrontare la vecchiaia con maggiore serenità, offrendo loro una 13 mensilità AVS, dall’altro troviamo invece chi, con l’ennesima proposta classista, vuole innalzare l’età pensionistica in modo da ridurre la spesa pubblica a scapito dei più deboli. Il governo raccomanda di respingere entrambi i testi ma il fatto che l’Iniziativa sulle pensioni sia stata lanciata dai giovani liberali-radicali, ci mostra in che direzione sono intenzionati ad andare i futuri dirigenti dei partiti borghesi.
Come Partito comunista, siamo del parere che lo stato abbia il dovere di provvedere al benessere degli anziani, permettendo loro di far fronte all’aumento del costo della vita. Attualmente le casse dell’AVS non sono vuote e si stima che una tredicesima AVS sarebbe facilmente finanziabile. Per farlo, ognuno di noi dovrebbe contribuire versando un contributo supplementare pari allo 0.4% del proprio stipendio, una misura che andrebbe sicuramente a gravare sui redditi di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori svizzeri. Tuttavia, è importante sottolineare che la stragrande maggioranza di loro, a conti fatti, incasserebbe molto di più di quanto speso. Chi oggi guadagna 6’000 franchi al mese, ad esempio, pagherebbe ogni mese 24 franchi in più ma, una volta in pensione, avrebbe diritto ad un aumento di rendita mensile pari a 186 franchi. Votare di sì a questa iniziativa è dunque conveniente per tutti, tranne che per una manciata di super ricchi i quali, incassando centinaia di migliaia di franchi al mese, si troverebbero a pagare molto di più di quanto potrebbero sperare di ricevere, anche se campassero 200 anni. Raccomandando di respingere quest’iniziativa, il Consiglio federale e i partiti borghesi si schierano quindi contro la maggioranza del popolo e lo fanno per difendere una manciata di pochi fortunati che incassano milioni ogni anno. Il Partito comunista, è quindi fiero di stare dalla parte opposta, e di esortare la popolazione a votare secondo il loro interesse!
Le misure di risparmio proposte dall’Iniziativa sulle pensioni, che mirano a portare l’età di pensionamento a 66 anni, innalzandola man mano che aumenta la speranza di vita, sono invece da respingere. L’aumento della durata della vita non ringiovanisce le persone e una vecchiaia più lunga non corrisponde automaticamente ad una maggiore resistenza al lavoro. Già nella situazione attuale, molte persone che svolgono mansioni fisicamente pesanti e poco retribuite arrivano all’età della pensione percependo una rendita d’invalidità, totale o parziale. Anche il livello d’impegno che viene richiesto nel settore terziario e delle cure diventa sempre maggiore, ed è quindi giusto che, dopo decenni di onorato servizio, si possa andare in pensione, senza temere di pesare sulle casse dello stato vivendo troppo a lungo.
Questa iniziativa, inoltre, svilisce il ruolo della politica poiché attribuisce ad una formula matematica il compito di definire l’età in cui si può andare in pensione. Tutto si ridurrebbe al principio secondo cui, se aumenta la speranza di vita, si va in pensione più tardi. Chi vene eletto per rappresentare il popolo, dovrebbe limitarsi a prendere atto di questo, senza poter dire nulla. Come comunisti ci siamo sempre opposti ai tecnicismi neoliberali. Le formule matematiche sono utilissime per tenere la contabilità, per valutare le entrate e le uscite, ma non prendono in considerazione il fatto che la politica, per far quadrare i conti, può scegliere chi far pagare e quanto farlo pagare. Con la loro iniziativa, i giovani liberali vogliono far risparmiare soldi alla minoranza più ricca che già naviga nell’oro e lo fanno ostentando oggettività, come se non ci fosse alternativa a questo ennesimo decurtamento delle prestazioni sociali. Il tutto fingendo di non vedere che le persone più ricche possono tranquillamente andare in pensione anticipatamente, perché dispongono di secondi o terzi pilastri nettamente superiori a quelli della maggioranza della popolazione, la quale, senza una rendita AVS completa, non riuscirebbe ad arrivare a fine mese.
Per tutte queste ragioni, come Partito comunista, raccomandiamo di votare SI all’Iniziativa per una 13esima AVS e di votare NO all’Iniziativa sulle pensioni.
Partito ComunistaLevi Morosi, membro del Comitato Centrale