Valentina Mühlemann già candidata Avanti con Movimento Ticino&Lavoro
Il preventivo 2025 porta con sé una serie di provvedimenti che, da mamma, trovo penalizzanti nei confronti dei giovani e dei giovanissimi, già confrontati con una realtà preoccupante. Se da una parte lo Stato vuole investire per le scuole professionali e universitarie dall’altra ci troviamo di fronte a un controsenso imbarazzante.
Nella scuola dell’obbligo ci troviamo infatti confrontati con tagli pesantissimi: alla scuola media i manuali di francese non sono più di proprietà dei ragazzi ma devono essere restituiti alla sede. I libri sono un patrimonio personale sui quali un alunno dovrebbe avere il diritto di appuntare, sottolineare e svolgere gli esercizi proposti, in particolare i libri di lingua sono testi su cui occorre avere la possibilità di lavorare al fine di avere le nozioni a portata di mano. Tagli pure sulle uscite didattiche, che sono concepite per toccare con mano concetti che vengono ricordati grazie alla memoria emozionale. Esperienze come la settimana bianca dovrebbero insegnare l’indipendenza e l’organizzazione personale, privare i giovanissimi del pernottamento e ridurre i giorni di attività non fa che mutilarli in ambito evolutivo.
A Bellinzona, in particolare, non ci sono più le lezioni di educazione fisica alla pista di pattinaggio e sono previsti a livello comunale una serie di tagli anche sulle uscite didattiche. La manutenzione ordinaria degli stabili lascia perplessi, per dirne una, l’anno scorso a uno dei miei figli è caduta addosso una lavagna che non era più fissata correttamente alla parete, per fortuna senza nessuna conseguenza.
Mi domando a che pro investire compulsivamente sulla formazione post obbligatoria, se poi alla base vengono tolti importanti strumenti di accesso a queste scuole. Sempre a Bellinzona, probabilmente, ci vedremo aumentare i costi di iscrizione alle attività sportive, poiché alle società sono stati fatturati contributi sia per l’utilizzo della rete elettrica delle infrastrutture sia per quello delle buvette.
Per la città le società sportive sono una risorsa sociale inestimabile! Forse non si tiene conto che spesso i monitori si mettono a disposizione a titolo volontario e quindi senza compenso, mossi semplicemente dalla passione per lo sport. Per un genitore, pure per il municipio, dovrebbe essere un sollievo sapere i nostri giovani occupati in attività sane invece di andare in giro a fare danni per il centro cittadino.
Lo sport è aggregazione, integrazione, socialità e non va penalizzato appioppando costi esorbitanti per la gestione di buvette, che non hanno neanche margini di guadagno incisivi per la società sportiva, che spesso copre giusto i conti con i fornitori.
A parer mio, occorre capire se in un momento difficile come questo è più importante dare una mano allo sviluppo di una generazione di giovani sani e colti oppure alle casse comunali e cantonali attraverso il taglio di rami freschi e potenzialmente rigogliosi.
“Presi un pugno di sabbia e glielo porsi, scioccamente chiedendo un anno di vita per ogni granello; mi scordai di chiedere che fossero anni di giovinezza.” (Ovidio)