Affranto, l'ex selezionatore dell'Italia ha raccontato la devastazione a Orzinuovi: «Il calcio? Un passo indietro»
ORZINUOVI - Tutti uguali, tutti sulla stessa barca. La diffusione del contagio da Covid-19 ha levato ai protagonisti dello sport – del pallone in questo caso – quello status di privilegiati garantito da ricchezza e fama. In tantissimi, in questi giorni, hanno smesso di ostentare ritrovando una versione più umana di se stessi. Chi non ha mai approfittato del suo ruolo è Cesare Prandelli, uomo prima ancora che professionista sia da calciatore che da selezionatore, che da mister. In questo momento difficile il tecnico di Orzinuovi si è mostrato, come tanti, debole e impreparato davanti all'avanzata della malattia, confermando di aver vissuto e star vivendo giorni difficilissimi.
«In questo momento devi accettare la realtà – ha raccontato il mister bresciano - Ho perso degli amici ed è stato qualcosa di drammatico. Per me come soprattutto per le famiglie, che non hanno potuto nemmeno stare vicino ai loro cari. Dobbiamo rimanere in casa, solo così possiamo aiutare ed aiutarci. In un paesino come Orzinuovi è bastata una partita di bocce con un paese del lodigiano per scatenare un focolaio. Ho parenti in quarantena, sono positivi ma sono a casa. I sacrifici li sta facendo chi è in ospedale: i medici e gli infermieri. Forse le chiusure sono arrivate una settimana troppo tardi rispetto a quando dovuto. Il calcio? Sono uno sportivo ma in questo momento dobbiamo fermarci e fare un passo indietro».