Code e assembramenti si sono verificati in molti comprensori sciistici questo fine settimana.
Per il mondo politico e gli infettivologi questa situazione è allarmante e particolarmente pericolosa per la presenza della nuova variante in Svizzera.
BERNA - Due hotel a cinque stelle in quarantena a St. Moritz per una dozzina di casi positivi alla variante sudafricana del virus. Questo il primo provvedimento deciso dall'Ufficio cantonale dell'igiene pubblica al quale seguiranno, domani, test a tappeto su tutta la popolazione. Insomma, l'Engadina trema per la diffusione della forma mutata del virus che, intanto, ha già portato alla chiusura a tempo indeterminato delle scuole e all'obbligo di indossare la mascherina anche all'aperto.
Una risposta, quella del Governo grigionese, che cozza con quanto si è verificato in diverse stazioni sciistiche nel fine settimana. Il denominatore comune è il mancato rispetto delle disposizioni anti covid. Località diverse, ma scenario identico, tutti ammassati davanti agli impianti di risalita.
A frotte, infatti, gli appassionati di sport invernali si sono riversati nelle aree sciistiche durante il fine settimana, complici la neve fresca e il bel tempo.
Già alle 8.30 di sabato gli ospiti facevano la fila davanti agli impianti di risalita dell'Hoch-Ybrig (SZ). A Flumserberg (SG) la calca è stata tale da aver costretto gli impianti a chiudere la vendita dei biglietti. E code sono segnalate sabato anche a Melchsee-Frutt (OW), ad Adelboden (BE), Laax (GR) o a Lenzerheide (GR).
«Le eccezioni rendono le misure non credibili» - Il mondo politico, dopo l'assalto del fine settimana con un tempo da cartolina, si è fatto sentire chiedendo la chiusura degli impianti sciistici. «Raccomando al Consiglio federale di chiudere i comprensori sciistici di tutta la Svizzera», ha twittato Raphael Zimmerli (PPD). «La regola delle cinque persone - ha aggiunto - deve essere applicata in modo coerente a tutti i livelli. Le eccezioni rendono le misure non credibili e incoerenti», ha sottolineato a 20 Minuten. Secondo lui, tra l'altro, la mutazione si sta diffondendo proprio a casa delle aree sciistiche aperte ai turisti in Svizzera.
Mantenere la distanza è impossibile - Anche gli epidemiologi sono scettici. Le diverse foto delle aree sciistiche nel fine settimana mostrano il mancato rispetto della distanza sociale, sottolinea Christian Garzoni, infettivologo dell'Ospedale Moncucco di Lugano. «È chiaro: non appena molte persone visitano un luogo senza che sia imposto un comportamento specifico, c'è il rischio che il mantenimento delle distanze venga meno e il virus si diffonda».
Garzoni ritiene quindi discutibile che le aree sciistiche, a differenza di altre aree per sport all'aria aperta, debbano restare aperte. Tuttavia, poiché le code si sono formate all'aperto e non in un ambiente chiuso, il rischio di infezione è inferiore. «Ma solo fino a che le distanze sono rispettate».
Serve più personale - I comprensori sciistici fanno autocritica. Berno Stoffel, direttore di Funivie Svizzere, vede margini di miglioramento. «Accade molto rapidamente che, d'improvviso, ci siano molti ospiti in fila», afferma. Affinché le distanze vengano mantenute in modo coerente, alcune aree sciistiche dovrebbero avere più personale pronto per un'azione immediata. «La segnaletica da sola non basta».
Per evitare le code, Stoffel considera la vendita dei biglietti online come un'opzione. «Tuttavia, questo non è tecnicamente fattibile per tutti». Stoffel non crede che il lockdown e le prossime vacanze comporteranno code più lunghe davanti agli impianti di risalita. «Mancano gli ospiti stranieri», sottolinea.
Vendita di biglietti interrotta - Heinrich Michel, CEO degli impianti di Flumserberg, parla di una «situazione estrema» riferendosi a questo sabato. Tuttavia, i responsabili hanno reagito immediatamente. «Non abbiamo fatto scendere gli ospiti alla stazione dei treni di Unterterzen e abbiamo bloccato anche l'accesso alla ski-area». In futuro, non appena verranno annunciate code si procederà all'interruzione della vendita di biglietti.
A Hoch Ybrig, le distanze sono state mantenute nonostante le code, afferma Wendelin Keller, presidente del consiglio di amministrazione dell'Hoch Ybrig Holiday and Sports Centre. Pompieri e scuole di sci avevano il compito di controllare le distanze.
Le immagini della folla «sono solo istantanee» - Per Marcus Caduff, direttore del dipartimento dell'economia pubblica e socialità del Canton Grigioni, la chiusura delle aree sciistiche non è un'opzione a meno che la situazione epidemiologica non si aggravi drasticamente a causa del virus mutato. «Abbiamo dimostrato durante le festività natalizie che le aree sciistiche non sono pericolose», ha sottolineato. «I Grigioni hanno registrato un calo del valore R dalla fine di dicembre e dei casi già da metà dicembre».
Le foto del fine settimana? «Solo istantanee come possono esserci sui trasporti pubblici o nei centri cittadini», sostiene Caduff.