È un'idea che sembra piacere. Ma non mancano i dubbi sulla necessità di controllare i clienti
GastroSuisse però non ci sta: «I piani di protezione funzionano»
BERNA - In Israele il ritorno alla normalità sta avvenendo soprattutto per gli oltre 3,2 milioni di residenti vaccinati: dalla scorsa domenica a loro è concesso il ritorno in palestre, ristoranti, teatri o eventi sportivi. Un trattamento speciale che sembra piacere anche ai settori economici elvetici, come pure alla politica.
Tra questi si contano i ristoratori, che da ormai oltre due mesi sono costretti a restare chiusi o a utilizzare la formula del take-away. «Saremmo anche disposti a servire soltanto i clienti vaccinati, l'importante è che possiamo riaprire» afferma per esempio Michel Péclard, titolare del ristorante zurighese Pumpstation. Il lockdown sta generando perdite miliardarie nel settore della ristorazione. Per questo motivo con un vaccino accessibile a tutti, non ci sarebbe più alcun motivo di mantenere la chiusura degli esercizi pubblici, sostiene ancora Péclard. Farsi vaccinare contro il coronavirus, continua il ristoratore, è anche una questione di solidarietà. «Chi non si vaccina, resti a casa».
«I clienti si sentirebbero più protetti» - La pensa così anche Sivaranjan Sellathurai, titolare del ristorante Marsöl a Coira, nei Grigioni. «Saremmo molto sollevati se fosse possibile riaprire soltanto per le persone vaccinate». Secondo lui la clientela si sentirebbe più protetta contro il virus di quanto lo è con i piani di protezione. «Mi aspetto che molte persone si facciano vaccinare e che presto potremo nuovamente servire tanti clienti come un tempo».
Per Ruedi Stöckli, presidente di Gastro Lucerna e titolare del Strauss a Meierskappel (LU), «aprire i locali soltanto per le persone vaccinate, sarebbe la variante più sicura». Ma ha qualche dubbio sull'eventuale messa in pratica di tale soluzione: «Sarebbe molto impegnativo dover chiedere a ogni cliente il certificato di vaccinazione». E c'è di più: Stöckli ritiene che la scelta di lasciare entrare soltanto le persone vaccinate, rischierebbe di creare del malcontento. Si avrebbe una società a due classi. E potrebbe rendere difficile la vita ai ristoratori, in quanto le persone che non intendono farsi somministrare il preparato anti-coronavirus rinuncerebbero ai pasti fuori casa. «Dopo questa crisi, dipendiamo da ogni singolo cliente».
GastroSuisse: «È impensabile» - Il trattamento speciale per la clientela vaccinata non è invece ben vista dall'associazione di categoria. «La protezione vaccinale non deve assolutamente diventare un requisito per poter accedere a ristoranti o eventi» afferma Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse. Anche perché ai ristoratori verrebbe affidato un ruolo di controllo che non sarebbero in grado di svolgere. «Sarebbe necessario introdurre dei controlli anche soltanto per chi beve un caffè al bar».
E Platzer ricorda, infine, che i ristoranti non sono equiparabili ai grandi eventi. E che comunque «i piani di protezione nell'ambito della ristorazione si sono dimostrati validi». In bar e ristoranti sarebbero infatti stati registrati a malapena dei contagi, come conferma anche l'Ufficio federale della sanità pubblica.