«Il mancato allenamento sarà fatale alla ristorazione», tuona il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer.
Massimo Suter (presidente di GastroTicino) sottolinea dal canto suo come non ci siano prove che i ristoranti siano fonte di contagi.
BERNA - Per la Federazione dell'albergheria e della ristorazione svizzera (GastroSuisse), la decisione del Consiglio federale di tenere i ristoranti ancora chiusi è incomprensibile. L'associazione chiede ora un rapido risarcimento per le imprese colpite.
Il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer, in una conferenza stampa, non ha usato mezzi termini: «Il mancato allentamento delle misure restrittive all'inizio di marzo per il settore della ristorazione è fatale». Un lockdown non è una strategia a lungo termine.
I valori del Consiglio federale per gli indicatori epidemiologici sono già rispettati oggi. Da novembre, tutte le cifre sono in calo - dalle infezioni al numero di letti di terapia intensiva occupati negli ospedali. Inoltre sulle terrazze e nei ristoranti non sono state mai registrate esplosioni del numero di infezioni da coronavirus.
Anche Massimo Suter, vicepresidente di GastroSuisse e presidente di GastroTicino, ha sottolineato che finora non ci sono prove che i ristoranti siano focolai di infezione.
Gilles Meystre, presidente di GastroVaud, ha insistito sulla grande incomprensione per la decisione del governo di prolungare la chiusura della ristorazione. La situazione è drammatica per il settore da un punto di vista finanziario, sociale e morale. La priorità assoluta ora è di indennizzare rapidamente le aziende.
Platzer considera anormale che i ristoranti siano praticamente in bancarotta prima di essere sostenuti. «Ora c'è bisogno di un aiuto d'emergenza a fondo perso da parte della Confederazione», ha detto il presidente della Federazione, sottolineando che le misure per i cosiddetti casi di rigore (le aziende in gravi difficoltà economiche per la pandemia di Covid-19) non sono efficaci.