Tre mesi prima dell'attacco avrebbero viaggiato in auto da Winterthur alla capitale austriaca e soggiornato da Kujtim F.
ZURIGO / VIENNA - I due uomini di 18 e 24 anni di Winterthur (ZH) arrestati in seguito all'attentato terroristico del novembre scorso a Vienna sono accusati anche di complicità in assassinio. Il nuovo capo di accusa - che si aggiunge all'incriminazione per terrorismo - emerge dalla decisione negativa opposta dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona a una domanda di scarcerazione. Il provvedimento risale al 5 febbraio e ne riferiscono oggi la Neue Zürcher Zeitung e le testate CH-Media.
Circa tre mesi prima dell'attacco i due avrebbero viaggiato in auto da Winterthur a Vienna, pernottando anche presso il simpatizzante dell'Isis Kujtim F. Questi, il giorno dopo la loro partenza, avrebbe cercato di comprare munizioni in Slovacchia. Gli investigatori considerano questa stretta connessione temporale come un fattore sospetto, che fa pensare a un coinvolgimento dei due cittadini svizzeri.
Il 2 novembre 2020 Kujtim F. ha aperto il fuoco con un fucile d'assalto nel centro storico della capitale austriaca, uccidendo quattro persone e ferendone altre 23, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia. L'attentato era stato rivendicato dall'Isis.
Il giorno dopo, il 3 novembre, erano scattate le manette ai polsi di due cittadini svizzeri di 18 e 24 anni di Winterthur, già indagati dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per reati di terrorismo. Come noto, nella cittadina zurighese gli islamisti hanno fatto più volte notizia: è stata anche chiusa una moschea da cui un imam ha invitato a uccidere i musulmani non praticanti.