Quando almeno il 40-50% della popolazione sarà immunizzato, potrebbero scattare dei privilegi
Gli scettici del vaccino si sentono presi in giro dalle autorità federali: «Il Consiglio federale aveva detto chiaramente che non ci saranno limitazioni sociali o professionali»
BERNA - Ingresso consentito soltanto ai vaccinati, alle persone con un test negativo o ai guariti. Non appena il 40-50% della popolazione sarà completamente vaccinata (quindi con due dosi), dovrebbero scattare accessi selettivi per «i luoghi con alto rischio di contagio», come ha annunciato mercoledì il Consiglio federale. Si pensa per esempio a grandi eventi, bar o discoteche. In vista di questo passo si sta pertanto sviluppando un certificato Covid uniforme e a prova di falsificazione che sia facilmente verificabile.
Con la decisione del Governo federale, aumenta la pressione vaccinale sulla popolazione, afferma Richard Koller, promotore dell'iniziativa “Stop all'obbligo di vaccinazione”. E critica «l'obbligo di vaccinazione nascosto» che sta prendendo piede in Svizzera. «Il Consiglio federale aveva detto chiaramente che non ci saranno limitazioni sociali o professionali per le persone non vaccinate» ricorda Koller.
Il promotore dell'iniziativa si è fatto vaccinare contro più malattie. Ma non intende farlo per il coronavirus. «Rispetto al tasso di mortalità del Covid, per me la vaccinazione è troppo pericolosa e troppo poco studiata». E osserva: «Se la politica e la scienza devono spingere il vaccino praticamente con un obbligo nascosto, allora non può essere un bene per le persone».
«Non ci fidiamo» - Koller non è il solo a pensarla così. Sono infatti già oltre 36'000 i cittadini che hanno sottoscritto la sua iniziativa. E trova anche il sostegno della consigliera nazionale Yvette Estermann, che di formazione e medico e omeopata. La deputata difende gli scettici del vaccino: «Comprendo pienamente la loro posizione, in quanto il vaccino contro il coronavirus ha ancora molti effetti collaterali negativi. Da possibili conseguenze a lungo termine, a gravi danni fino a casi di morte».
Il certificato di vaccinazione è quindi una chiara discriminazione nei confronti di coloro che non intendono farsi vaccinare. Pertanto Estermann chiede al Consiglio federale di parlare maggiormente degli effetti negativi dei preparati. «Su questo aspetto ci vuole più trasparenza. Nella situazione attuale, noi non ci fidiamo del vaccino».
Swissmedic nega i pericoli - Ma Swissmedic, l'autorità svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti e dei dispositivi medici, che ha anche approvato i preparati di Moderna e Pfizer/BioNTech, lo dice chiaramente: il timore che la vaccinazione porti a gravi effetti collaterali negativi non è giustificato. «In considerazione del tempo di osservazione relativamente breve, incertezze e domande sono comprensibili. Tuttavia, sinora ci sono stati pochissimi effetti collaterali veramente gravi» afferma il portavoce Lukas Jaggi. Un numero bassissimo se messo in relazione alle milioni di somministrazioni in tutto il mondo. Per la sola Svizzera si parla di una notifica ogni 1'000 dosi.
Jaggi respinge anche la critica secondo cui la vaccinazione non sia ancora stata studiata a sufficienza. «Anche se, visti i rapidi tempi di sviluppo, alcune preoccupazioni della popolazione sono comprensibili, questa paura non è però giustificata». Swissmedic ha verificato la documentazione rapidamente, ma con attenzione e in modo approfondito. «Delle nostre decisioni ci si può fidare. Speriamo che il nostro lavoro scrupoloso non diminuisca ma aumenti la disponibilità a farsi vaccinare» conclude Jaggi.
Nella conferenza stampa di mercoledì, il ministro della sanità Alain Berset ha respinto l'accusa secondo cui il Consiglio federale starebbe introducendo un obbligo di vaccinazione nascosto: «La nostra strategia non ha nulla a che fare con un obbligo di vaccinazione. In questo paese spetta al cittadino decidere se vuole farsi vaccinare o meno».