È quanto emerge dopo i colloqui odierni tra una delegazione del Governo e i vertici dei principali partiti.
Una decisione in tal senso verrà presa e comunicata mercoledì prossimo, durante la tradizionale seduta del Consiglio federale
BERNA - Visto l'andamento della pandemia e il ritmo accelerato delle vaccinazioni, nuove caute aperture sembrano possibili, ma il Consiglio federale prenderà una decisione solo il prossimo 12 maggio.
Lo indica una nota odierna della Cancelleria federale diffusa dopo i colloqui alla casa von Wattenwyl, tenutesi oggi, tra una delegazione del Consiglio federale (Guy Parmelin, Alain Berset e Ignazio Cassis) e i vertici dei partiti di governo. Temi dei colloqui, oltre alla pandemia e le sue conseguenze, anche la politica europea e le relazioni con la Cina.
Dall'aumento dei contagi registrato a metà febbraio, la situazione si è stabilizzata, grazie anche ai progressi della vaccinazione. Per questo, aggiunge il comunicato, «nuove caute riaperture sembrano possibili». Il governo ne discuterà il 12 maggio (appuntamento già noto, n.d.r), nel corso della tradizionale seduta settimanale.
Dopo aver parlato anche delle conseguenze economiche e delle misure adottate per far fronte alla crisi, le cui ripercussioni negative sono state mitigate anche grazie al «massiccio ricorso al lavoro ridotto» che ha permesso di preservare anche il potere d'acquisto dei lavoratori, si è discusso di politica europea.
Anche UE e Cina sul tavolo - Il governo ha ribadito che con l'UE rimangono divergenze sostanziali sui punti in sospeso dell'accordo istituzionale riguardanti la protezione dei salari, la direttiva relativa alla libera circolazione dei cittadini dell'UE e gli aiuti di Stato. L'esecutivo ha ripetuto che senza soluzioni soddisfacenti in questi settori l'accordo non potrà essere concluso. Dopo aver consultato le Commissioni della politica estera il 26 aprile e aver sentito i Cantoni, effettuerà una valutazione globale e deciderà i passi successivi.
Circa le relazioni con la Cina, si parlato anche di sanzioni. L'UE ha imposto misure restrittive contro quattro cittadini cinesi e un'entità cinese. Un'eventuale adeguamento della Svizzera è attualmente in discussione in seno all'amministrazione nel quadro della legge sugli embarghi. Finora il governo non ha preso alcuna decisione in merito.