Lo prevedono i ricercatori del Politecnico di Zurigo, che parlano di un aumento del 3% per il 2021
L'esperto: «Le riaperture e i consumi interni creano posti di lavoro»
ZURIGO - Una birretta rinfrescante dopo il lavoro. Oppure un'elegante cena al ristorante. Con la riapertura anche degli spazi interni, da ieri nei ristoranti elvetici è tornata la “normalità”. «Il bisogno di consumare è molto alto» constata Alois Gmür, consigliere nazionale e membro di Gastrosuisse. Ma anche produttore di birra: «Le ordinazioni sono nuovamente aumentate».
Un segnale positivo, come conferma: «Mi aspetto che presto torneremo ai livelli del 2019». E non solo: Gmür osserva anche che ora molti avventori bevono anche un bicchiere in più oppure sono più generosi nelle mance. Lo stesso vale per lui: «Quando devo pagare otto franchi, do una banconota da dieci. Prima avrei arrotondato a nove».
Non solo ristorazione - Entro le vacanze estive è previsto un ulteriore pacchetto di allentamenti. E con il certificato Covid, anche le partenze estive dovrebbero avvenire senza grandi difficoltà. I ricercatori di economia congiunturale del Politecnico di Zurigo prevedono quindi una normalizzazione nelle spese dei consumatori che avverrà nel corso del secondo e del terzo trimestre dell'anno. Si constata una grande richiesta di beni come scarpe o abbigliamento, ma anche nel settore della ristorazione i consumi sono in aumento. Come già avvenuto la scorsa estate, «ci si aspetta una ripresa rapida».
Nel corso del 2021 i consumi privati aumenteranno di tre punti percentuali. E nel 2022 anche del 5,7%. Secondo Jan-Egbert Sturm, professore di ricerca economica al Politecnico di Zurigo e membro della task force, il consumo privato starebbe dando un contributo significativo alla «ripresa economica». «All'inizio, quando ci sono nuove aperture, si sente la necessità di recuperare» spiega a 20 Minuten. La maggior parte dei consumatori avrebbe inoltre risparmiato soldi che ora intende spendere.
Comunque Sturm si attende poi una stabilizzazione dei consumi. «La maggior parte della gente non recupererà una cena al ristorante che avrebbe voluto fare a febbraio, ma tornerà semplicemente alla solita routine». E non manca poi chi si è abituato a spendere meno. L'esperto ritiene che comunque anche questi ultimi torneranno poi al proprio livello di consumi pre-crisi.
Dal punto di vista economico, c'è motivo di essere ottimisti, secondo Sturm: «Le aperture e i consumi interni creano posti di lavoro. E anche la Svizzera potrà beneficiare dell'imminente turismo estivo nazionale ed europeo». Ma se da una parte si parla di un boom dei consumi, dall'altra bisognerà fare i conti con una possibile ondata di fallimenti dovuta alla fine del lavoro ridotto. Insomma, secondo il centro di ricerca del Politecnico di Zurigo (KOF), sul mercato del lavoro la situazione resterà tesa fino alla fine del 2021.
Il rischio d'indebitamento - Pascal Pfister dell'associazione contro l'indebitamento “Schuldenberatung Schweiz” consiglia di farsi delle concessioni, ma anche di rivedere il proprio budget in vista della nuova normalità. «Anche chi lavora in un'azienda di medie dimensioni, all'acquisto di qualcosa di nuovo si dovrebbe chiedere: durante le chiusure per cosa mi servivano i soldi? E ora dove voglio mettere le mie priorità». C'è chi durante il lockdown ha risparmiato, e quindi ora può spendere i propri risparmi. Ma altri non hanno messo da parte nulla, hanno semplicemente speso diversamente il proprio denaro. Per questi ultimi c'è il rischio di finire nelle cifre rosse, afferma Pfister.
L'esperto sottolinea che in particolare chi fa parte della fascia di reddito bassa durante lo scorso anno non ha potuto risparmiare nulla. «Il lavoro ridotto lascia un segno alla fine del mese». Ma non è la normalizzazione dei consumi la possibile causa dell'indebitamento, bensì il fisco e le casse malati.