Ne è convinto il ricchissimo boss di Artemis Michael Pieper: «Non mi attendo grandi svantaggi economici».
Secondo l'uomo d'affari elvetico la Svizzera può sfruttare i suoi atout: «Siamo una delle prime nazioni al mondo in campo tecnologico e possiamo contare su un regime fiscale favorevole».
BERNA - L'uomo d'affari svizzero Michael Pieper non si attende svantaggi economici dopo il fallimento dell'accordo quadro fra Berna e Bruxelles. La Confederazione dà sempre il meglio di sé quando si trova sotto pressione, argomenta il ricchissimo numero uno del gruppo industriale e di partecipazioni Artemis.
Questa volta le cose non saranno differenti, afferma Pieper in un'intervista rilasciata alla "Neue Zürcher Zeitung" e ai giornali dell'editore CH Media in edicola oggi. La Svizzera è una delle prime nazioni al mondo in campo tecnologico e può contare su un regime fiscale favorevole, sottolinea il manager classe 1946.
Il CEO di Artemis aggiunge che alzandosi dal tavolo delle trattative con l'Ue il Consiglio federale ha chiarito la situazione. «È positivo sapere qual è la nostra posizione, anche se si poteva gestire la fine dei negoziati in maniera un po' più elegante».
Pieper non ha alcuna preoccupazione per il futuro del Paese. I prodotti svizzeri di qualità e innovativi avranno successo anche senza accordo istituzionale, si dice convinto. A suo giudizio, i sette anni di discussioni sul tema sono troppi: bisognava organizzare un referendum popolare o sotterrare l'intesa prima.
Michael Pieper possiede uno dei patrimoni più ricchi della Svizzera. Tramite Artemis, il miliardario controlla il fabbricante di forniture da cucina Franke e lo specialista di macchine utensili di precisione Feintool.