Chi vuole accreditarsi per l'incontro Biden-Putin deve sottostare a regole diverse a seconda del vaccino ricevuto.
Penalizzati, ad esempio, tutti quelli a cui è stato somministrato lo Sputnik V.
GINEVRA - «Sei vaccinato? Se sì, con quale vaccino?». Le domande sul modulo di accredito per i media, in occasione del vertice di Ginevra che ospiterà Joe Biden e Vladimir Putin il 16 giugno, non si lasciano sfuggire alcun dettaglio. E la casa produttrice del vaccino ricevuto è molto importante, così come lo è per l'ingresso in Svizzera.
Da lunedì scorso, chi è stato vaccinato non è più tenuto a presentare un test PCR negativo all'ingresso nel nostro Paese, né a compilare un modulo di arrivo.
Tutti? No, perché sono accettati solo i vaccini «approvati in Svizzera, oppure quelli autorizzati dall'Agenzia europea del farmaco o dall'OMS», come ricorda la Confederazione.
Per l'incontro russo-americano, queste liste sono di una certa importanza. E il vaccino russo Sputnik V non è presente in nessuna delle tre.
I russi vaccinati con Sputnik V, quindi, dovranno comunque sottoporsi a un test PCR prima della loro partenza, mentre gli americani vaccinati con Moderna, Pfizer, Johnson & Johnson o AstraZeneca passeranno liberamente.
Lo stesso varrebbe se, ad esempio, un giornalista cinese venisse in Svizzera, dal momento che il vaccino Sinopharm è riconosciuto dall'OMS.
Niente quarantena, a meno che... - Le regole per l'ingresso in Svizzera sono state leggermente alleggerite anche per i media stranieri. Come rileva il DFAE, i giornalisti provenienti da Paesi a rischio «sono esenti dalla quarantena, a meno che non provengano da una zona in cui circola una variante che desta preoccupazione», come India, Brasile, Sudafrica, Canada, Nepal e Regno Unito. Chi proviene da questi paesi, indipendentemente dalla vaccinazione e dalla marca del farmaco, deve sottostare comunque al periodo di quarantena.
Il caso indiano
L'elenco dei vaccini autorizzati potrebbe giocare brutti scherzi ai cittadini di alcuni paesi. L'India, ad esempio, utilizza due vaccini: quello "locale" (Covaxin) e la versione indiana e prodotta in loco del vaccino AstraZeneca (CoviShield). La prima non è omologata dall'OMS, la seconda lo è, il che causerebbe una disparità di trattamento per due turisti indiani (o giornalisti) che arrivano in Svizzera. Uno dei due dovrebbe sottoporsi a un test PCR, l'altro no. In ogni caso, essendo l'India tra i Paesi nei quali circola una variante pericolosa, per il momento vige l'obbligo della quarantena.
Va detto infine che la Svizzera al momento resta ancora interdetta ai turisti provenienti dalla maggior parte dei paesi terzi.