Alain Berset guarda al futuro con fiducia: «Credo che ora abbiamo una prospettiva che da molto tempo non era così buona»
Sui giovani ribatte: «Non è vero che li abbiamo dimenticati». Infine sulla pandemia ammette: «Avremmo potuto prepararci meglio, ma in quale altro paese avreste voluto vivere?»
BERNA - Dopo l'annuncio di ieri sull'imminente fine delle quarantene e del telelavoro, il consigliere federale Alain Berset ha parlato in un'intervista di «fine della fase acuta». Il ministro della sanità ha inoltre negato che i bambini siano stati dimenticati nella pandemia.
In un'intervista registrata ieri sera, ma trasmessa oggi dalla "Samstagsrudschau" della radio svizzero tedesca SRF, Berset ha precisato che l'annuncio fatto ieri ad Aarau non significa la fine della pandemia, ma piuttosto «la fine della fase acuta, in cui il Consiglio federale è dovuto intervenire così tanto». «Credo che ora abbiamo una prospettiva che da molto tempo non era così buona», ha aggiunto il consigliere federale.
Variante Omicron e scuole
L'impressione che i politici non abbiano prestato attenzione ai bambini durante questa pandemia è sbagliata: «In generale - ha ancora detto Berset - abbiamo sempre cercato di prendere una strada che incidesse il meno possibile sulla vita delle persone».
La ragione del forte aumento del numero di casi nelle scuole è la variante Omicron, altamente contagiosa: nonostante tutte le misure prese, non è stato possibile fermarla.
Per i bambini, che non sono tra le persone ad alto rischio, hanno avuto un ruolo anche altre considerazioni: «Non si è trattato solo del rischio di essere infettati, ma anche del peso psicologico sui bambini». La più grande sofferenza viene raggiunta chiudendo le scuole, che in Svizzera sono rimaste chiuse per meno tempo che in altri paesi, ha aggiunto Berset.
«Ci si poteva preparare meglio»
Nell'intervista, Berset ha inoltre ammesso che, col senno di poi, sono stati fatti degli errori: «Avremmo potuto prepararci meglio». Nel 2018 e nel 2019, nessuno aveva pensato a una pandemia così brutale. All'inizio della pandemia, c'era disorganizzazione in tutto il paese - alcune cose mancavano, altre scarseggiavano.
In una situazione di crisi in cui mancano ancora molte informazioni, è tuttavia difficile evitare di commettere errori, ha continuato Berset. Il ministro della sanità ha infine provato a tracciare un bilancio tutto sommato positivo chiedendo alla popolazione: «In quale altro paese avreste voluto vivere durante questa pandemia?»