Il consumo è sceso del 7,7%, mentre il binge drinking del 17%.
BERNA - Al contrario delle previsioni degli esperti, in Svizzera durante la pandemia di coronavirus le persone hanno bevuto meno alcol. Al mese, il consumo è calato di 2,6 boccali di birra a persona, un bicchiere di vino o uno shot di superalcolico.
Mediamente il consumo di alcolici nella popolazione è diminuito del 7,7%, si legge in un comunicato odierno di Dipendenze Svizzera. Il cosiddetto binge drinking, ovvero il consumo rapido di una grande quantità di alcol, ha registrato un calo del 17%.
Questi dati sono da ricondurre al limitato numero di incontri a causa delle misure anti-coronavirus, alla chiusura dei bar e anche a meno soldi nel portafogli. Se la maggioranza delle persone ha modificato poco le proprie abitudini, fra quelle con dipendenza si è assistito a una polarizzazione: alcuni hanno bevuto di più, altri di meno.
Più in generale un aumento si è riscontrato soprattutto fra i giovani e gli adulti fino ai 44 anni, mentre i più anziani hanno fatto meno uso della bottiglia. Come era facilmente prevedibile, è calato l'utilizzo di alcolici fuori casa.
Le motivazioni per coloro che hanno bevuto di più sono in particolare il maggiore tempo libero a causa della mancanza di attività, più stress, noia o cura improvvisata di stati depressivi. Chi ha bevuto meno, ha invece parlato di mancanza di incontri sociali o motivi di salute.
Globalmente la popolazione svizzera ha comprato meno alcolici, soprattutto a spese dei prodotti locali. Le importazioni sono dal canto loro salite del 30%, secondo cifre dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).
Dipendenze Svizzera ha monitorato la situazione delle abitudini al consumo di alcol durante la pandemia proprio su incarico dell'UDSC. L'indagine ha preso in considerazione i 12 mesi precedenti alle misure decretate nel marzo 2020 e i 12 mesi successivi. Per la ricerca sono state intervistate 2000 persone di oltre 15 anni nell'estate 2021.