Approvata la revisione sul modello di quanto avviene già per lo stambecco.
BERNA - Il numero di lupi in Svizzera sta crescendo troppo in fretta. È quanto ritiene il Consiglio nazionale che, dopo gli Stati, oggi ha approvato - con 106 voti a 74 e 12 astensioni - una revisione della legge sulla caccia per consentirne l'abbattimento preventivo, sul modello di quanto avviene già per lo stambecco.
Il progetto è nato da un'iniziativa parlamentare della Commissione dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia, decisa ad agire rapidamente di fronte all'aumento degli effettivi di questo predatore, ha ricordato Pierre-André Page (UDC/FR) a nome della stessa. Il lupo giunge ormai anche in pianura, aggredisce pure asini e bovini e, in alcuni casi, non ha più paura dell'uomo, ha affermato, precisando che sul territorio elvetico se ne contano circa 180 e almeno 17 branchi e si moltiplicano i conflitti con gli allevatori.
Secondo la modifica di legge, i cantoni potranno regolare i lupi dal 1° settembre al 31 gennaio, previo consenso del Consiglio federale. I guardacaccia potranno abbattere esemplari che si avvicinano in modo minaccioso a zone abitate o esseri umani, o per i quali le misure di protezione delle greggi sono inefficaci. I cantoni non dovranno più dimostrare la portata concreta dei danni provocati dal predatore, ma dovranno giustificare le misure di regolazione e i loro obiettivi.
Le posizioni politiche
«Se non agiamo rapidamente i lupi arriveranno a 500-700 e questi numeri sono al di là della soglia di sopportazione della popolazione», ha affermato Nicolo Paganini (Centro/SG), elencando una serie di incontri tra questo predatore e l'uomo finiti sulla stampa. Analogo il punto di vista di Michael Graber (UDC/VS) che ha riveduto al rialzo i dati, parlando di 210 lupi in Svizzera e del rischio di abbandono delle regioni alpine. «Lascereste giocare all'aperto i vostri bambini all'imbrunire sapendo che c'è in giro il lupo?». «Il lupo - ha sentenziato - è un fallimento dello Stato».
Sull'altro fronte, Christophe Clivaz (Verdi/VS) ha ricordato come lo Stato abbia aumentato i fondi per proteggere le greggi. «Bisogna evitare la sindrome di Cappuccetto Rosso; le aggressioni all'essere umano sono molto rare in Europa». «Il lupo non è solo dannoso, è anche utile per l'equilibro dei boschi di protezione che valgono miliardi», limitando le sovrappopolazioni di ungulati, ha rilevato Bastien Girod (Verdi/ZH), chiedendo di intervenire solo lì dove ci sono danni o problemi e non preventivamente. «Il lupo fa parte del nostro mondo, vogliamo vivere in un parco cittadino o preservare la biodiversità?», si è chiesto Beat Flach (Verdi Liberali/AG), mentre Ursula Schneider-Schüttel (PS/FR) ha auspicato che la legge non sia rielaborata in base alle emozioni.
A sostegno del progetto si è mosso anche il Governo. La protezione delle greggi da sola non basta, servono interventi anche sul numero di lupi, ha affermato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, aggiungendo che dovrebbe essere possibile sparare loro preventivamente, senza però mettere a rischio la specie.
Il plenum ha respinto, con 103 voti a 91, una proposta di Matthias Samuel Jauslin (PLR/AG) che chiedeva di autorizzare il tiro preventivo tutto l'anno, purché non mettesse in pericolo la popolazione regionale di lupi e fosse utilizzato solo per prevenire danni gravi.
Nulla da fare nemmeno per Simone de Montmollin (PLR/GE), che chiedeva la possibilità di abbattere i lupi che causano danni significativi anche nelle bandite di caccia, dove la fauna selvatica è protetta. La sua proposta è stata bocciata di stretta misura, con 96 voti a 92 e 7 astensioni.
Sostegno finanziario
Il progetto mantiene la ripartizione attuale delle competenze tra la Confederazione e i cantoni. Risponde così a una delle principali critiche formulate nei confronti della revisione della legge sulla caccia respinta nel 2020 dal popolo.
La Confederazione dovrà fornire ai cantoni un sostegno finanziario per i costi del personale impiegato per la gestione del lupo. La modifica di legge tiene conto anche della richiesta dei cantoni di risarcire i danni causati dai castori a strade, argini e corsi d'acqua. Anche in questo caso, Berna dovrà partecipare alle spese.
Il Nazionale ha apportato alcune modifiche alla bozza. Il dossier torna pertanto agli Stati.