Violenze verbali, psicologiche e fisiche nel mondo della ginnastica: non è un capitolo chiuso. Le accuse a un'allenatrice
BASILEA - Sono trascorsi più di due anni da quando gli abusi ai danni di diverse giovani ginnaste e ginnasti nel campo di allenamento nazionale a Magglingen (BE) sono venuti a galla.
Stando a quanto riportato dalla SRF - che è ritornata sul tema delle violenze verbali, fisiche e psicologiche da parte dei coach nei confronti soprattutto delle atlete adolescenti - il fenomeno non sarebbe affatto limitato a quella struttura.
E non solo, le misure promesse dalla Federazione svizzera di ginnastica (FSG) per evitare a nuovi casi come quelli di cui sopra - il cosiddetto “Protocollo Magglingen - non sarebbero state messe in atto in maniera efficace.
Nel mirino della trasmissione “SRF Investigativ” è finito un centro di allenamenti di Liestal (BL), il Nordwestschweizerisches Kunstturn - un Trampolinzentrum. Ai microfoni della trasmissione, in sei hanno confermato che la sua capo-allenatrice tra il 2012 e il 2022 avrebbe umiliato, insultato e abusato fisicamente di diverse ragazze e ragazzi.
«Mi diceva che sembravo un maiale e che ingrassavo ogni giorno», ricorda un'allieva, «non mi ha mai picchiata, ma a volte l'avrei preferito».
Questo non significa che le violenze fisiche fossero escluse: «Se riteneva che tenessimo le gambe troppo tese si sedeva sulle nostre ginocchia, alcune di noi hanno ancora problemi fisici per questa cosa», conferma un'altra. «A una settimana dai mondiali ci distruggeva, letteralmente», rammenta un'altra ancora.
Diffuso era il desiderio d'infortunarsi (anche volontariamente) per evitare gli allenamenti: «Speravo di cadere e picchiare la testa, almeno tutto sarebbe finito», spiega una terza.
Malgrado la segnalazione alla Federazione, che ha confermato che le indagini sono in corso e che sarebbe già stata emanata una sospensione ufficiale nei confronti della donna. Malgrado tutto ciò lei continuerebbe indisturbata a lavorare, sempre nel medesimo centro.
Stando ad alcuni documenti interni però, quella persona era già nota alla FSG almeno dal 2018 ma - in barba alle lamentele ricevute - non si era deciso di procedere in alcun modo.
Inazione anche dopo lo scossone ai vertici, causato dallo scandalo di Magglingen, con una nuova dirigenza comunque restìa, malgrado nel 2021 un altro allenatore avesse formalizzato le proprie preoccupazioni.
La coach accusata opta per il “no comment”. L'unica risposta, giunta alla SRF, arriva dal suo avvocato: «La mia cliente respinge le accuse mosse nei suoi confronti e le definisce infondate e lesive. Al momento è già stata sentita dalla commissione d'inchiesta e ha riportato la sua versione dei fatti».
Al momento, in ogni caso, tanto per la donna quanto per la direzione del Centro in questione, vale la presunzione d'innocenza.