Tutto pronto a Zurigo per il tradizionale rogo del pupazzo che simboleggia l'inverno.
ZURIGO - Tutto pronto a Zurigo per il rogo del Böögg, il pupazzo che simboleggia l'inverno a cui verrà dato fuoco alle 18.00 in punto sulla piazza della Sechseläuten. Ospite della festa delle corporazioni è quest'anno il canton Svitto, patria dei cosiddetti "Wetterschmöcker".
Secondo l'usanza, più velocemente esploderà la testa imbottita di petardi del Böögg, più l'estate dovrebbe essere bella e calda. Quest'anno il fantoccio dovrà fare i conti con i contadini della Muotathal che elaborano previsioni meteorologiche interpretando i segni della natura: dalla crescita di muschi e licheni, al comportamento delle marmotte o delle formiche. Chi farà le previsioni migliori?
Certo è che negli ultimi anni il Böögg non si è rivelato molto affidabile. L'anno scorso, ad esempio, l'esplosione finale è avvenuta in 37 minuti e 59 secondi, un lasso di tempo mai raggiunto prima, mentre l'estate si è rivelata calda e fin troppo siccitosa.
Due Consiglieri federali e una sciatrice
Prima che venga dato fuoco al Böögg, a partire dalle 15.00 è in programma il corteo delle corporazioni zurighesi lungo le strade della città vecchia, con 350 cavallerizzi, 50 carrozze trainate da cavalli e 30 bande musicali.
Come ogni anno, saranno accompagnati da numerosi ospiti d'onore, tra cui le Consigliere federali Elisabeth Baume-Schneider (PS) e Viola Amherd (Centro), la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Häberli-Koller (Centro) e il Presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas (Centro).
Il cantone di Svitto è rappresentato dall'intero consiglio di Stato. Oltre ai politici, festeggiano anche sportivi e altre personalità, come la sciatrice svittese Wendy Holdener o l'abate del monastero di Einsiedeln Urban Federer.
La tradizione pluricentenaria del "Sechseläuten" (letteralmente "suonare le sei") è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l'inizio della primavera si smetteva alle 18.00 invece che alle 17.00. La festa della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo.