«Il giuramento del Grütli e la storia di Guglielmo Tell sono miti, ma trasmettono verità», si legge nel discorso che pronuncerà stasera
BERNA - «Il Patto federale del primo agosto 1291 è sempre di attualità ed è alla base della libertà e dell'autodeterminazione della Svizzera. Come allora, anche oggi molti vogliono mettere le mani sullo "Schwiizer-Ländli". E se saremo risoluti come gli uomini sul Grütli (UR), il nostro Paese andrà bene», si legge nella versione scritta del discorso che l'ex consigliere federale Christoph Blocher pronuncerà stasera a Matten bei Interlaken (BE).
«Il giuramento del Grütli e la storia di Guglielmo Tell sono miti, ma proprio per questo sono così preziosi: trasmettono la profonda verità del mito, secondo la personalità dell'UDC. Il giuramento è un impegno a sostenersi a vicenda, ad accorrere in aiuto nei momenti di pericolo e a non accettare alcuna dominazione straniera».
«La verità di questo mito è suprema ed eterna e ci infonde il coraggio di agire. Chi si attiene a questo mito avrà il coraggio di seguire la strada giusta, chi rifiuta la verità sta portando il Paese alla deriva», ha aggiunto Blocher.
Il nostro Paese ha la fortuna di avere non uno, ma due miti fondatori. «Abbiamo anche la storia di Guglielmo Tell, il solitario quasi introverso che simpatizza per la causa confederata ma rimane in disparte. Sotto la pressione delle circostanze, si trasforma in un assassino solitario che libera il Paese dall'arbitrario e crudele balivo Gessler», prosegue la versione scritta.
«La "casa svizzera" è stata costruita dal basso, sul praticello del Grütli. Ed è su questa base che è stata rinnovata nel XIX secolo con la Costituzione federale, anch'essa un'opera pionieristica. La parola decisiva in questo Paese appartiene al popolo, ai cittadini, ai confederati. Ecco perché nessun monarca o dittatore ha potuto scatenare guerre e trascinare il nostro Paese nei disastri e negli inferni del XX secolo. È così che è nata la speciale neutralità della Svizzera, che ci ha protetto e continuerà a proteggerci da guerre assassine. È per questo che anche oggi, quando purtroppo è tornata la guerra nell'Europa dell'est, chiediamo ai nostri leader di non agire o interferire, ma di rispettare la "non alleanza" e di rimanere neutrali», afferma Blocher.
«I nostri miti ci danno tanto coraggio quanto le gesta dei nostri antenati. Dobbiamo fare di più che stringere i pugni. Tutti i nostri principi costituzionali e le nostre leggi e ci permetterebbero di stabilire l'ordine e affrontare il problema dell'immigrazione di massa, la minaccia di una Svizzera di 10 milioni di abitanti, ma anche il caos dell'asilo».
«Il Patto federale e la Costituzione federale sono un rifiuto dell'usurpazione del potere da parte dello Stato e della limitazione della volontà popolare. La lotta contro i balivi in Svizzera e all'estero rimane un compito costante. È una lotta perpetua per la libertà», conclude l'ex consigliere federale.