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GRIGIONIParla arabo in stazione, un 16enne viene chiamato «terrorista»

18.10.23 - 09:55
Dall'inizio del conflitto Israele-Palestina, in Svizzera si moltiplicano gli episodi di discriminazione contro arabi ed ebrei.
20min/Michael Scherrer
Venerdì scorso, un ragazzo di 16 anni è stato chiamato terrorista nei pressi della stazione ferroviaria di Coira.
Venerdì scorso, un ragazzo di 16 anni è stato chiamato terrorista nei pressi della stazione ferroviaria di Coira.
Parla arabo in stazione, un 16enne viene chiamato «terrorista»
Dall'inizio del conflitto Israele-Palestina, in Svizzera si moltiplicano gli episodi di discriminazione contro arabi ed ebrei.

COIRA - Lo shock, per il 16enne A.Z.*, è profondo. «Venerdì scorso stavo tornando a casa, mi trovavo vicino alla stazione ferroviaria di Coira ed ero al telefono con mio padre», racconta l'apprendista a 20Minuten, specificando che, poiché suo padre ha origini libanesi, stava parlando in arabo. «Un anziano è venuto verso di me e mi ha fissato. All'improvviso si è fermato e mi ha detto: "Voi arabi siete tutti terroristi"».

Il ragazzo è rimasto sbalordito, e l'uomo si è dileguato: «Non sapevo cosa dire o fare. Una cosa del genere non mi era mai successa prima». Solo in un secondo momento il 16enne si è reso conto di ciò che era successo, spiega: «L'incidente è rimasto nella mia mente da allora. Sono totalmente sconvolto e mi chiedo se anche altre persone pensino questo quando mi sentono parlare in arabo».

Questo pensiero, ammette, lo rende molto triste: «Non posso fare nulla riguardo a quanto sta succedendo in Israele e non ho niente a che fare con questo conflitto. Il fatto che io parli la stessa lingua dei palestinesi non significa che sono responsabile di ciò che fa Hamas».

Escalation delle discriminazioni in vista?

«Questo caso è molto preoccupante», afferma Önder Günes, presidente della Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere. «Quando le persone sfogano la loro frustrazione per gli attacchi di Hamas su persone che non hanno nulla a che fare con essa, commettono la stessa ingiustizia che deplorano».

E il timore che questi incidenti possano moltiplicarsi è grande. «Le persone che hanno un atteggiamento negativo nei confronti dei musulmani hanno più probabilità di avere il coraggio di mostrarlo pubblicamente dopo eventi come attacchi terroristici». 

Secondo Günes, le donne musulmane che indossano il velo hanno segnalato un aumento di occhiatacce, battute e commenti stupidi. Inoltre, racconta, recentemente una moschea di Winterthur ha ricevuto minacce tramite social media. «Il post diceva: "Verremo anche da te"».

Günes consiglia alle persone colpite di parlarne apertamente e di segnalare l'accaduto. «In caso di minaccia o attacco fisico, è necessario sporgere denuncia direttamente alla polizia», afferma Günes.

Insulti in classe

«È grave che un sedicenne sia stato insultato a causa della sua origine o della sua lingua», afferma Stephanie Graetz della Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo (GRA). Durante i periodi di guerra e di conflitto, spiega, è più comune che le persone vengano insultate o incolpate del conflitto a causa del loro aspetto, della loro lingua, della loro religione o della loro etnia, anche al di fuori dei Paesi interessati.

Al momento la Fondazione non ha ancora ricevuto segnalazioni di attacchi contro i musulmani. Tuttavia, è a conoscenza di graffiti anti-israeliani, come quello trovato sul municipio di Basilea, dove ignoti hanno scritto «Palestina libera. Nessuna solidarietà ai criminali di guerra!», o a Sciaffusa, dove una stella di David è stata associata alla parola «terrorista».

Anche nella Svizzera romanda il Cicad (Coordination Intercommunautaire contre l'Antisémitisme et la Defamation) ha ricevuto segnalazioni di incidenti nelle scuole. «Alcuni alunni si sono rivolti a compagni di classe israeliani con commenti come "Vive la Palestine", "Free Palestine", o "Sporchi ebrei, viva Hamas, avrebbero dovuto ucciderne di più"», dice Johanne Gurfinkiel, segretaria del Cicad.

«Gli hanno sputato sui piedi»

Anche Jonathan Kreutner, segretario generale della Federazione svizzera delle comunità ebraiche SIG, osserva gli ultimi sviluppi con preoccupazione. Gli incidenti antisemiti di cui è a conoscenza sono per lo più graffiti, ma anche lettere ed e-mail di insulti alla Federazione.

Recentemente Kreutner è venuto a conoscenza di un'aggressione fisica e verbale avvenuta in un luogo pubblico: «Nel canton Zurigo un uomo ebreo che indossava una collana con una stella di David è stato aggredito da due giovani. Gli hanno sputato sui piedi e gridato "Palestina libera"».

Gli incidenti antisemiti possono essere segnalati al centro di segnalazione del SIG. In caso di minaccia, Kreutner consiglia di avvertire la polizia.

*Nome noto alla redazione

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