Il Consiglio nazionale, al quarto passaggio sui suoi banchi, ha infine deciso.
BERNA - l diritto di voto e di elezione a livello nazionale non va abbassato a 16 anni. Al quarto passaggio sui suoi banchi, il Consiglio nazionale ha infine deciso, malgrado il dissenso della sinistra, di stralciare dal ruolo un'iniziativa parlamentare di Sibel Arslan (Verdi/BS) che conteneva questa richiesta.
L'idea di concedere il diritto di voto ai cittadini svizzeri già a partire dal sedicesimo anno di età occupa il Parlamento da diversi anni. Lo scorso giugno, il Nazionale aveva sconfessato per la terza volta la sua Commissione delle istituzioni politiche (CIP-N) e ribadito l'appoggio all'iniziativa.
La commissione non ha però fatto una piega e lo scorso mese ha nuovamente confermato la sua opposizione. «Concedere il voto ai sedicenni creerebbe un contrasto ingiustificato con i diritti e gli obblighi previsti dal diritto civile e penale per gli svizzeri a partire dai 18 anni», ha sottolineato il relatore Piero Marchesi (UDC/TI).
Durante l'odierno dibattito in aula, oltre alla problematica della separazione fra la soglia di età per il diritto di elezione da quella per il diritto di eleggibilità, i contrari hanno tra le altre cose ricordato come, quando il progetto era stato posto in consultazione, le reazioni non fossero state proprio entusiaste. «Quindici Cantoni hanno detto di no», ha dichiarato a questo proposito Giorgio Fonio (Centro/TI), secondo cui «non è la strada giusta per appassionare i giovani alla politica».
Di tutt'altro avviso il campo rosso-verde. Patrick Hässig (PVL/ZH) ha evidenziato che i sedicenni possono votare in alcune realtà ben note, come il canton Glarona e la vicina Austria. «E non mi risulta abbiano mai avuto problemi per ciò», ha aggiunto il deputato zurighese.
C'è stato poi anche chi si è concentrato in particolare sul principio. «Al posto di mettersi al lavoro per elaborare un progetto di legge come chiesto dal plenum, la commissione ha deciso di imporre la dittatura della sua maggioranza», ha criticato Balthasar Glättli (Verdi/ZH).
«Questo è aggravato dal fatto che si tratta della CIP, ossia la commissione che fa le regole. Vuol dire avere un Parlamento disfunzionale», ha affermato senza mezzi termini l'ecologista. Un'opinione condivisa pure da Nadine Masshardt (PS/BE): «Intendete ripetere la votazione finché non si giunge al risultato che volete?», ha chiesto la consigliera nazionale socialista.
Malgrado tali argomentazioni, il Nazionale non avrà la possibilità di procedere a una deliberazione di dettaglio sul tema. Al contrario delle prime tre, questa volta infatti la Camera del popolo, nella sua nuova composizione, ha evitato l'ennesimo déjà-vu e, per 106 voti a 84, ha seguito il parere della CIP-N, decretando lo stralcio dell'iniziativa.
A livello cantonale, per il momento solo il già citato Glarona, in seguito a una decisione della Landsgemeinde del 2007, ha concesso il diritto di voto ai 16enni. Vittima dell'esodo dei suoi giovani, l'istituzione per eccellenza della democrazia diretta locale aveva scelto di inviare un segnale per incitarli a restare nel cantone.