L'ha lanciata il Partito Pirata del canton Zurigo: «Ci spingono con la forza alla digitalizzazione, ma così non è giusto».
ZURIGO - Restare sconnessi, al giorno d'oggi più che un lusso è ormai quasi un rischio. Non ci sono dubbi che vivere senza internet al giorno d'oggi non sia solo più difficile, ma anche – per alcuni versi – proibitivo.
Proprio per tutelare la vita sconnessa e “analogica” il Partito pirata del canton Zurigo ha lanciato un'iniziativa popolare cantonale: «È in gioco la democrazia», giurano.
Tagliati fuori dal digitale - Le biglietterie dei treni sono state da tempo sostituite dalle biglietterie automatiche e dalle un'app. La digitalizzazione ha preso piede nella vita di tutti i giorni. Alcuni prodotti non sono quasi più disponibili nei negozi e devono essere ordinati online. Le transazioni bancarie, le dichiarazioni dei redditi: molte cose ormai si fanno (quasi solo) online.
«Tutto ciò mette a disagio alcune persone che vorrebbero fare certe attività in forma analogica, o almeno avere la possibilità di farlo. Inoltre si perde anche il contatto con le persone e spesso non c'è alcun valore aggiunto per gli utenti», afferma Monica Amgwerd, segretario generale del Partito Pirata del cantone di Zurigo.
Molte persone hanno anche legittime preoccupazioni. «I cittadini sono costretti dalle poste, dalle banche, dalle autorità e dagli operatori economici in generale a consegnare i loro dati per poter partecipare alla vita sociale ed economica e coprire i loro bisogni primari», spiega.
A difesa della vita “reale” - Ecco allora che il Partito Pirata di Zurigo presenterà mercoledì prossimo un'iniziativa popolare cantonale "per l'integrità digitale".
L'iniziativa rivendica «il diritto a una vita offline». Secondo Amgwerd, il partito ha raccolto circa 9'000 firme; ne servono 6'000 per realizzare l'iniziativa. Quindi, anche se alcune firme saranno respinte in quanto non valide, è prevedibile che i cittadini di Zurigo voteranno sulla petizione.
I dati delle nostre vite, a rischio - «I dati possono essere usati in modo improprio su larga scala». Il Partito Pirata lotta per la trasparenza e la libertà di Internet e ora per la protezione dei dati. «Questa iniziativa riguarda il diritto a una "digitalizzazione sicura e democratica". Il partito ha tra le sue fila molti esperti di sicurezza informatica e quindi una grande competenza», afferma la segretaria generale.
Ma non è tutto. «Sappiamo che i dati raccolti digitalmente possono essere utilizzati in modo improprio su larga scala, ad esempio per interessi finanziari. Cosa ben diversa dai dati analogici».
L'onnipresenza delle IA - Inoltre l'intelligenza artificiale consente metodi di sorveglianza come il controllo delle chat, il riconoscimento facciale o il social scoring, un metodo noto in Cina in cui le caratteristiche e il comportamento delle persone vengono valutati mediante algoritmi.
«Al momento sulla rete c'è praticamente tutto delle nostre vite, dati alla mercé delle grandi aziende che possono sondarli con le IA. C'è anche il nostro lavoro che viene rimescolato e svilito, deprezzato. Tutto è in mano a pochi attori e questa cosa è davvero preoccupante. Il nostro è un primo passo di un discorso più grande che va affrontato, non possiamo permetterci di ignorarlo altrimenti ci attende un futuro in cui la stessa democrazia sarà a rischio», ha ribadito Amgwerd a 20 Minuten.
Una proposta che è già stata approvata - Nello specifico, l'iniziativa richiede l'integrità digitale. Quella che sembra la lotta idealistica di un piccolo partito ha possibilità concrete. Nel giugno 2023, gli elettori di Ginevra hanno approvato un'iniziativa omonima con il 94% dei voti a favore - un risultato che raramente si è visto con tanta chiarezza.
Il Partito Pirata, che non ha mai avuto un mandato nel Parlamento nazionale ma ha già ottenuto sporadici successi elettorali in alcuni Cantoni, come nel consiglio comunale della città di Winterthur, vuole continuare con questa strategia. Dopo il voto di Zurigo, «il partito pianifica altre iniziative popolari cantonali, compresa una nazionale se necessario», conclude.