L'affissione non è andata giù alla Confederazione. Che ora vuole vederci chiaro.
BERNA - La Confederazione ha avviato un'indagine su un fotomontaggio di un falso manifesto del Dipartimento dell'energia che circola sui social e invita a denunciare i vicini che riscaldano la loro abitazione in modo eccessivo.
Con tanto di marchio della Confederazione, il falso manifesto mostra una giovane donna al telefono che dice, in tedesco: «Il vicino riscalda la sua casa a più di 19 gradi? Per favore, informateci». Viene anche promessa una ricompensa di 200 franchi agli informatori, che sono invitati a chiamare il numero di telefono del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), indicato sul manifesto.
La smentita del DATEC - «La Confederazione non ha nulla a che vedere con questi messaggi e se ne distanzia formalmente», ha detto oggi la portavoce del DATEC Emanuela Tonasso, confermando a Keystone-ATS una notizia riportata dal quotidiano romando Le Temps e da media svizzero tedeschi.
«Il logo della Confederazione e il numero di telefono che figurano nell'immagine sono stati utilizzati in modo abusivo. La Confederazione non ha creato questi manifesti né ha lanciato un appello di questo tipo; si tratta di una manipolazione», ha aggiunto la portavoce, precisando che il falso è stato individuato sabato dal DATEC.
Il fotomontaggio è circolato ampiamente nei giorni scorsi sulle reti sociali, e non solo in Svizzera. Emanuela Tonasso dice anche di essere stata contattata da diversi media stranieri per commentare questo annuncio ingannevole della Confederazione.
Diffuso dai canali russi - Il manifesto in effetti non è mai esistito. Come riporta il giornalista Paolo Attivissimo sul suo blog Il Disinformatico, 20min.ch è risalito all'immagine, scaricabile gratuitamente da un sito internet di foto stock, che ha uno spazio bianco al posto del manifesto e che è stata con tutta probabilità utilizzata per realizzare il fotomontaggio. Anche la foto della ragazza ritratta nel manifesto è acquistabile online.
Il portale italiano open.online ha ricostruito il percorso del fotomontaggio - che è stato rilanciato sui social anche da alcuni politici italiani - arrivando alla conclusione che a spingere la sua diffusione sono stati i canali russi: fra questi, il canale Telegram del giornalista e propagandista russo Vladimir Solovyev, e quello dell'agenzia bielorussa BELTA.