AllUcraina andrà un miliardo e mezzo di franchi, mentre la somma restante se la divideranno Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa dell'Est.
BERNA - 11,27 miliardi di franchi, 20 milioni più di oggi, per il periodo 2025-2028: è la somma che il Consiglio federale chiede per la cooperazione internazionale.
In merito alla collaborazione bilaterale, la Confederazione si concentrerà in particolare sull'Ucraina a cui verranno attribuiti 1,5 miliardi (il 13% del budget), mentre il resto (87%) verrà assegnato alle quattro regioni prioritarie, ovvero Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa dell'Est.
L'importo totale servirà a finanziare i tre pilastri della cooperazione internazionale, ovvero l'aiuto umanitario - che è stato incrementato e rappresenta ora un quarto del budget -, la cooperazione allo sviluppo nonché la promozione della pace e dei diritti umani, ha sottolineato il ministro degli affari esteri Ignazio Cassis in una conferenza stampa oggi a Berna.
Il consigliere federale ha presentato ai media gli aspetti salienti del messaggio adottato oggi dal Governo riguardante la strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 (strategia CI 2025-2028).
Più dei periodi precedenti - In estrema sintesi, il Consiglio federale propone al Parlamento di approvare i crediti d'impegno per un importo complessivo di 11,27 miliardi (le strategie 2017-20 e 2021-24 avevano preventivato budget rispettivamente di 11,11 e 11,25 miliardi).
Tuttavia la cooperazione internazionale avrebbe dovuto ricevere 11,45 miliardi per il periodo 2025-2028. Il fatto che ora l'esecutivo proponga una cifra leggermente inferiore è dovuto alla raccomandazione del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) di cancellare il credito "Capitale per la Fondazione CICR".
Per il sostegno all'Ucraina sono previsti - come detto - 1,5 miliardi. La guerra ha comportato la necessità di adattare i progetti, tenendo conto anche della popolazione ucraina sfollata. «Avremmo voluto escludere alcuni Paesi vicini, come i Balcani e la Moldavia, ma la guerra in Ucraina fa sì che rimangano ancorati alla strategia», ha dichiarato Patricia Danzi, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
Elevato grado di flessibilità - Nelle intenzioni del Governo, in un mondo in continua evoluzione, la strategia definisce obiettivi a lungo termine quali la lotta alla povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile, pur mantenendo un elevato grado di flessibilità per rispondere alle numerose crisi attuali, ha spiegato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
L'importo totale - senza l'Ucraina - verrà ripartito, come previsto attualmente, tra la cooperazione bilaterale allo sviluppo e la promozione della pace (29%), l'aiuto umanitario (20%), gli affari multilaterali (21%), i programmi tematici globali (12%) nonché i contributi principali alle ONG svizzere (5%) in proporzione analoga a quella della strategia attuale. Ciò significa che la Svizzera rimane attiva nelle crisi in corso, così come nei contesti in cui le condizioni politiche rischiano di peggiorare drasticamente.
Sul piano geografico, la Strategia CI 2025-28 si focalizza sulle regioni in cui i bisogni della popolazione sono maggiori. La scelta si basa su tre criteri di analisi: i bisogni locali, gli interessi a lungo termine della Svizzera e il valore aggiunto della sua cooperazione internazionale.
Strategia 2021-2024 - Poiché la Strategia CI 2021-24 ha permesso di rispondere efficacemente alle crisi e ai conflitti attuali, i suoi quattro obiettivi sono mantenuti: salvare vite e favorire l'accesso ai servizi di base; promuovere uno sviluppo economico sostenibile; tutelare l'ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici; promuovere la pace, la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani.
Dal rapporto sulla Strategia CI 2021-24 emerge che 1,3 milioni di persone hanno potuto partecipare a programmi di formazione professionale, che il Corpo svizzero di aiuto umanitario ha effettuato 660 missioni in oltre 70 Paesi (tra cui Haiti, la Turchia e il Sudan), e che è stato possibile aiutare 16 milioni di persone ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e risparmiare 69 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
Infine, la Svizzera ha partecipato e contribuito in media a 20 processi di pace all'anno e ha condotto negoziati per il cessate il fuoco in sette Paesi (tra questi il Myanmar e la Nigeria). I metodi impiegati per misurare l'efficacia della cooperazione internazionale saranno ulteriormente migliorati in futuro per aumentarne la pertinenza.