Il Consiglio federale intende finanziarla con un aumento dei contributi salariali ed eventualmente l'aumento dell'IVA
BERNA - Il Consiglio federale intende finanziare la 13esima rendita AVS con un aumento dei contributi salariali ed, eventualmente, con un incremento dell'IVA. Proposte che non raccolgono grande consenso: i partiti borghesi non vogliono saperne né dell'una né dell'altra, mentre la sinistra e i sindacati esigono dalla Confederazione che versi interamente il suo contributo finanziario.
Secondo l'esecutivo la 13esima mensilità causerà spese supplementari che aumenteranno fino a circa 4,7 miliardi all'anno entro il 2030. Per garantire il finanziamento dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti, prevede quindi di fornire ulteriori finanziamenti a partire dalla sua introduzione nel 2026. Le varianti sul tavolo sono due.
Da aumento contributi salariali 3,8 miliardi di franchi - Da un lato, un aumento dei contributi salariali di 0,8 punti percentuali, una misura che genererebbe circa 3,8 miliardi di franchi nel 2030. Dall'altro, un aumento parallelo di questi contributi (+0,5 punti percentuali) e dell'imposta sul valore aggiunto (+0,4 punti percentuali); questa variante genererebbe ulteriori 2,4 miliardi di contributi salariali e 1,5 miliardi di IVA (3,9 miliardi in totale).
UDC, «la debacle sul finanziamento colpa dei promotori dell'iniziativa» - Nella sua presa di posizione nell'ambito della procedura di consultazione terminata ieri, l'Unione democratica di centro (UDC) afferma che la débacle sul finanziamento è colpa dei promotori dell'iniziativa per una 13esima rendita approvata dal popolo in marzo. Il partito respinge sia un aumento dei contributi che dell'IVA: a suo dire il governo deve invece avviare un'ampia riforma dell'AVS comprendente la 13esima mensilità. Un tema di tale portata non può essere trattato in un progetto separato, sostengono i democentristi, secondo i quali l'AVS deve essere risanata durevolmente.
Anche il Partito liberale radicale (PLR) boccia "con decisione" il testo: prima di riflettere su nuovi contributi e tasse bisogna risparmiare. La 13esima rendita inasprisce il problema del finanziamento del primo pilastro. Invece di decidere nuove tasse nell'ambito di una "tattica del salame" serve una riforma strutturale dell'AVS che va sottoposta al parlamento in maniera prioritaria.
Alleanza del Centro: «Misura a breve termine l'aumento dell'IVA» - Per l'Alleanza del Centro è importante che la 13esima non metta subito in difficoltà finanziarie l'AVS. Il partito predilige come misura a breve termine un incremento dell'IVA: ciò coinvolgerebbe nel finanziamento anche i pensionati, nel rispetto della giustizia intergenerazionale. Le tre aliquote dell'imposta, afferma il Centro, dovrebbero salire proporzionalmente, di modo che quelle più basse per i beni di uso quotidiano verrebbero toccate meno dal rialzo. Nella riforma dell'AVS vanno poi esaminate ulteriori fonti di finanziamento, ad esempio l'imposta sulla transazioni finanziarie proposte dal partito.
I Verdi Liberali: versamento della 13esima in rate mensili - A differenza delle altre formazioni politiche i Verdi liberali (PVL) preferirebbero il versamento della 13esima in rate mensili invece che una volta all'anno come proposto dal Consiglio federale. Il partito rifiuta poi le due varianti di finanziamento: invece di maggiori contributi salariali va aumentata l'attività professionale. Il PVL si dice anche contrario alla riduzione della partecipazione della Confederazione al finanziamento - dal 20,2% al 18,7% - a partire dal gennaio 2026, fino all'entrata in vigore della prossima riforma dell'AVS.
Il PS: «Contrari alla riduzione della partecipazione della Confederazione al finanziamento» - Pure il Partito socialista (PS), tra i promotori dell'iniziativa, boccia l'intenzione del governo di ridurre il contributo federale: a suo avviso sarebbe quasi grottesco se esso la tagliasse dopo il risultato delle urne. Anche l'Alleanza del Centro si dichiara contraria.
La chiave di ripartizione che prevede il 20,2% a carico della Confederazione e il 79,8% finanziato tramite contributi salariali - ricordano i socialisti - era stata decisa dal popolo con una maggioranza dei due terzi in occasione della votazione sulla riforma fiscale e del finanziamento dell'AVS (RFFA) nel maggio 2019.
Il PS sottolinea inoltre che già nella campagna in vista della votazione sulla 13esima rendita il partito si era pronunciato a favore di un finanziamento attraverso i contributi salariali. Per l'economia ciò è ben sopportabile, afferma, considerando che i contributi medi per l'Assicurazione infortuni e per il secondo pilastro sono scesi e che nel 2023 è venuto meno il contributo di solidarietà per l'Assicurazione contro la disoccupazione.
I Verdi parlano di «disprezzo della volontà del popolo» - I Verdi considerano l'aumento dell'IVA e il taglio della partecipazione federale come un disprezzo della volontà del popolo. Sostengono quindi anch'essi l'incremento dei contributi salariali. La popolazione non deve assumersi le conseguenze delle decisioni errate dei partiti borghesi. Ed è fuori discussione rinunciare alla 13esima rendita.
USS, 13esima da finanziare allo stesso modo delle altre dodici - Da parte sua l'Unione sindacale svizzera (USS) scrive che la 13esima rendita dovrebbe essere finanziata allo stesso modo delle altre dodici: con contributi salariali e la quota del 20,2% della Confederazione. La riduzione della quota della Confederazione è inaccettabile, visto che questa è stata introdotta, tra le altre cose, proprio per coprire prestazioni dell'AVS non finanziate dai contributi salariali, quali gli accrediti per compiti assistenziali.
Mentre gli iniziativisti puntano sulle aliquote salariali, la federazione delle imprese svizzere Economiesuisse le respinge categoricamente: dal punto di vista dell'economia i pensionati, che sono i beneficiari, devono partecipare ai costi supplementari. Accettabile, a suo dire, è soltanto un aumento dell'IVA. Il finanziamento temporaneo proveniente dal fondo di compensazione dell'AVS viene invece visto favorevolmente, in quanto esso registra eccedenze.
No all'incremento dei contributi anche da Unione Svizzera degli imprenditori - Anche l'Unione svizzera degli imprenditori (USI) respinge ogni sorta di incremento dei contributi salariali: la 13esima rendita va finanziata interamente con un rialzo dell'IVA. Il calo della partecipazione della Confederazione va controbilanciato con i redditi da capitale del fondo di compensazione dell'AVS, afferma l'associazione.
La prossima riforma dell'assicurazione vecchiaia deve forzatamente contemplare misure di risanamento, tra cui un aumento dell'età di pensionamento. Stando all'USI per i datori di lavoro deve essere chiaro come verrà finanziata la 13esima prima che venga versata.