Il Consiglio federale ha preso posizione sulla proposta di modifica costituzionale.
BERNA - Il Consiglio federale ha trasmesso oggi al Parlamento il messaggio sulla cosiddetta "Iniziativa sulla neutralità". Come già annunciato dallo stesso esecutivo in giugno, la proposta di modifica costituzionale va bocciata perché troppo rigida. Non è previsto alcun controprogetto.
La neutralità, presente nella Costituzione dal 1848, è parte della nostra identità, ha affermato il Consigliere federale Ignazio Cassis illustrando i motivi che hanno portato il Consiglio federale a respingere l'iniziativa. "È uno strumento importante per la salvaguardia degli interessi nazionali in politica estera, di sicurezza ed economica".
Il concetto di neutralità è però formulato in maniera flessibile nella Costituzione, "nell'interesse della Svizzera", ha precisato Cassis. "La prassi attuale offre alla Svizzera il margine di manovra necessario per adattarsi in questo mondo che cambia. È proprio questo margine di manovra che l'iniziativa vuole limitare, iscrivendo nella Costituzione un concetto rigido di neutralità", ha sottolineato Cassis. "Ciò sarebbe controproducente per la difesa dei nostri interessi".
L'iniziativa in alcuni punti è superflua, ha poi sostenuto il ministro degli esteri. Il ticinese ha infatti ricordato che già oggi la Svizzera non potrebbe aderire a un'alleanza difensiva come la NATO.
Su altri aspetti l'iniziativa implica un cambiamento di rotta rispetto alla prassi attuale: la neutralità sarebbe formulata nella Costituzione come uno scopo fine a se stesso, come un concetto dal quale non ci si potrebbe più allontanare, ha spiegato Cassis. "Dalla creazione dello Stato federale - ha proseguito il ministro degli esteri - la Svizzera ha invece sempre applicato la neutralità come uno strumento di politica estera e di sicurezza nell'interesse del Paese".
L'iniziativa ostacolerebbe inoltre la collaborazione con i nostri Partner, come l'UE e la NATO, ha evidenziato il consigliere federale. La cooperazione con alleanze militari o difensive sarebbe possibile solo ai casi di attacchi diretti alla Svizzera, ha precisato il direttore della Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP) del DFAE Franz Perrez.
L'adozione di sanzioni contro Stati belligeranti al di fuori delle Nazioni Unite non sarebbe inoltre più possibile. Qui Cassis ha fatto l'esempio dei provvedimenti presi contro la Russia.
Insomma, per il Consiglio federale l'attuale prassi in materia di neutralità ha dimostrato la sua validità, poiché offre un certo grado di flessibilità. Iscrivere nella Costituzione una definizione precisa di neutralità sarebbe dannoso per la tutela degli interessi del Paese. Per questi motivi l'iniziativa va bocciata, ha concluso Cassis.
L'iniziativa
L'iniziativa "Salvaguardia della neutralità svizzera (Iniziativa sulla neutralità)", lanciata da Pro Svizzera e da alcuni membri dell'UDC, è stata depositata lo scorso aprile con 129'806 firme valide. Scopo della proposta è inserire nella Costituzione federale un nuovo articolo (art. 54a) che prevede il passaggio alla neutralità integrale.
Il testo prevede che in futuro la neutralità della Confederazione sia "permanente e armata". Essa vieta alla Svizzera di aderire ad alleanze militari o difensive, fatta salva una collaborazione con tali alleanze in caso di aggressione militare diretta contro il Paese o in caso di atti preparatori in vista di una simile aggressione.
Inoltre, la Confederazione non potrebbe partecipare a scontri militari tra Stati terzi né adottare misure coercitive non militari (sanzioni) nei confronti di Stati belligeranti. Verrebbe inoltre stabilito che la Svizzera si avvale della propria neutralità nel suo ruolo di mediatrice.