Ha già superato le aspettative la raccolta differenziata introdotta tre mesi fa nella capitale. Ma ne vale la pena? «Lo verificheremo»
BELLINZONA - Imballaggi, sacchetti, vasetti di yogurt… e chi più ne ha, più ne metta. Basta fare alcuni acquisti al supermercato e in un attimo il cestino si riempie di plastica. Il rimedio passa dai sacchetti a pagamento, e da quelli riutilizzabili per la frutta e la verdura, come pure da una scelta più sostenibile dei prodotti. E non solo: la sensibilizzazione può passare anche dalla raccolta differenziata della plastica.
Da tempo già presente in alcuni comuni del Sottoceneri, da poco più di tre mesi il servizio è stato introdotto in via sperimentale anche per gli oltre 43’000 abitanti di Bellinzona. E la prossima settimana un progetto analogo partirà anche a Losone. Ma ne vale la pena? C’è da chiederselo, dato che da parte dell’Ufficio federale dell’ambiente c’è un certo scetticismo, sulla base «dell'esigua quota raccolta di plastica valorizzabile di qualità».
Nel frattempo a Bellinzona il servizio ha comunque già superato - e di molto - le aspettative delle autorità. «Nei primi tre mesi sono stati acquistati 70’000 sacchi per la raccolta differenziata della plastica» ci dice infatti il municipale Christian Paglia, capo del Dicastero ambiente. «Da parte dei cittadini c’è una forte propensione alla separazione di questo materiale».
C’è sensibilità ambientale - E si tratterebbe effettivamente di sensibilità ambientale, in quanto scegliendo di aderire alla raccolta differenziata della plastica non si risparmia nulla: il sacco da sessanta litri necessario per usufruire del servizio costa 2 franchi e 15 centesimi, lo stesso importo che si paga per quello della medesima dimensione per i rifiuti solidi urbani. L’unica differenza? Le plastiche domestiche dovrebbero in questo modo venire riciclate.
Costi elevati? - Appunto: dovrebbero. Uno studio del 2017 intitolato “Riciclaggio e valorizzazione delle materie plastiche” parla infatti di «ecoefficienza ridotta». Insomma, i costi sarebbero troppo elevati a fronte degli effettivi benefici ecologici, in quanto una buona parte del materiale raccolto finirebbe poi comunque in un termovalorizzatore. «Vogliamo verificare personalmente cosa succede con il materiale raccolto» ci dice allora Paglia, spiegandoci che le plastiche vengono trattate da impianti di smaltimento in Germania e Austria. «La qualità del materiale dipende anche dal suo grado di pulizia».
Uno strumento di sensibilizzazione - Ma per le autorità bellinzonesi la raccolta differenziata va oltre il semplice servizio: «In questo modo vogliamo anche sensibilizzare sulla tematica sia i consumatori che i produttori». Insomma, un modo per rendersi conto di quanta plastica si utilizza. E di quanto possa essere difficile il suo riciclaggio.
Un anno sperimentale - A Bellinzona la fase sperimentale del servizio è partita tre mesi fa. E durerà almeno un anno. Nei prossimi mesi il relativo gruppo di lavoro farà un sopralluogo presso un impianto di smaltimento all’estero. «E tra la fine di quest’anno e l’estate del 2020 sarà fatta una valutazione generale» conclude Paglia.