L’effetto Coronavirus si fa sentire anche in alcune aziende ticinesi.
Intanto il numero verde della Confederazione sembra irraggiungibile
LUGANO – Chi viaggia quotidianamente sui treni ha un solo pensiero in queste ore: come farò domani mattina sul treno sovraffollato. Scene come quella nella foto sono ormai di ordinaria attualità nelle ore di punta, e con le allarmanti notizie che arrivano da oltre confine sul coronavirus, c’è di che preoccuparsi.
«Da domani potremo lavorare da casa. La nostra azienda vuole che evitiamo i treni sovraffollati». Mentre Berna dorme, le aziende della Svizzera italiana iniziano a mobilitarsi contro il Coronavirus, che sta avanzando in Lombardia. La testimonianza di una lavoratrice ticinese è emblematica. «Ci è stato detto chiaramente che è meglio fare prevenzione. La cosa paradossale è che queste indicazioni arrivano dalla nostra ditta e non dalle autorità».
Al telefono non risponde nessuno – La signora in questione, che lavora a Lugano, ha cercato anche più volte di contattare il numero verde messo a disposizione dalla Confederazione, lo 058 463 00 00. «Volevo avere informazioni proprio sulla questione dei treni. Chiamo e richiamo. Ma non mi risponde nessuno. I tempi d’attesa sono interminabili. Lo trovo vergognoso. Così come trovo inquietante quanto è stato dichiarato dalle autorità federali. Hanno detto che l’Italia è lontana. Sì, lontana da Berna (e solo relativamente, ndr). Non da Chiasso. Non dal Ticino».
Un piano d’emergenza – Preoccupazione anche nel Locarnese, dove un altro lavoratore è in allarme. «Mi devo spostare con i mezzi pubblici in tutto il Ticino. Ho a che fare con gente che va e viene dalla Lombardia. Sinceramente sono in panico. La nostra azienda ha un piano in caso di emergenza. Le autorità no, a quanto pare. Sostengono che sia tutto a posto. Come è possibile? Mi sembra assurdo che la Svizzera, all’avanguardia sul piano sanitario, se ne stia immobile e pensi che un virus come quello che sta creando guai in Lombardia possa fermarsi al confine».
FFS, nessun intervento - Per ora le FFS non intendono introdurre ulteriori convogli per diminuire almeno l’affollamento dei treni affollati. «Spetta alla politica federale e cantonale muoversi in questo senso e attivarsi affinché le FFS possano mettere nuovi treni. Noi, da parte nostra, non possiamo fare nulla» ci dicono in maniera lapidaria dall’ufficio stampa delle FFS.
Pur di evitare scene come quelle nella foto, si presume - stando ai tantissimi commenti che si possono leggere nei blog e nei social - che saranno in molti domani mattina a viaggiare in auto.