L'appello agli studenti della filosofa Francesca Rigotti. Mentre in Ticino arrivano nuove chiusure
LUGANO - «Siate come la mano che si apre». È l'appello rivolto agli studenti dalla filosofa Francesca Rigotti, ieri a Lugano, nel ricevere uno dei più importanti riconoscimenti nel mondo della cultura svizzero-italiana.
Uno "stay hungry, stay foolish" applicato al Ticino, ai tempi dell'emergenza che non finisce mai. Docente dell'Usi da oltre vent'anni, già visiting fellow a Princeton e professoressa a Zurigo e Göttingen, Rigotti è stata premiata dalla Fondazione del Centenario della Bsi «per il suo lavoro in ambito filosofico» e «per il suo impegno nell’incrementare le relazioni di amicizia e di scambio culturale tra la Svizzera e l’Italia».
Relazioni già complesse di per sé, e complicate ulteriormente dalla situazione sanitaria. Durante la cerimonia - svoltasi in forma privata, per via delle restrizioni anti-Covid - Rigotti ha evocato i suoi allievi assenti. «Nell'ultimo periodo non li ho più visti di persona e ho potuto soltanto pensarli con la forza dell'immaginazione, così come sono sempre, giovani e belli» ha dichiarato. «Li ho immaginati comunicare solo per via digitale e perdersi le cose interessanti della vita» che per la filosofa sono «l’incontro con gli altri, la relazione, lo scambio, l’amicizia, l’amore, ma anche lo scontro, il conflitto, l’ostilità».
Le relazioni a distanza non piacciono a Rigotti. Preferisce il contatto: quello tra Italia e Ticino, dove «le differenze si appianano e le somiglianze si accentuano» anche grazie «ai paesaggi tanto simili, di montagna e di lago, alla comune lingua italiana e ai dialetti». Su tutti incombe una minaccia, avverte la filosofa, come sui rapporti umani.
«Siate come la mano che si apre - ha detto durante la cerimonia - Siate aperti. Siate disposti ad accogliere, senza pregiudizi e differenze. È quello che è successo a me entrando in contatto con questi luoghi e con le persone che li abitano».
E l'appello sembra rivolto al mondo interno, mentre - in queste stesse ore - le nubi del lockdown tornano fosche all'orizzonte. «Io aperto le mani e me le sono trovate ricolme. Sappiate però anche chiuderle, come in una stretta di mano. Sappiate capire gli eccessi e imparate a evitarli. Mantenete sempre un piccolo grano della vostra identità, sempre pronti a impastarlo con i grani delle altre identità ma anche a distinguerlo, a riconoscerlo e a preservarlo».