L'impatto del Covid sull'economia ticinese misurato con gli aiuti elargiti dal Soccorso d'Inverno Ticino
La direttrice Manuela Nünlist sull'anno in corso: «Molte attività sono ancora chiuse, in tanti hanno perso il lavoro e la ripresa si annuncia difficile»
MANNO - «La pandemia ha purtroppo creato una nuova povertà» afferma Manuela Nünlist, direttrice di Soccorso d’Inverno Ticino. Più che commentare i numeri diffusi oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST) sull’aumento degli svizzeri in difficoltà finanziarie, la direttrice parla della situazione attuale. Quella diffusa dall’UST è infatti la fotografia del 2019, dati che rischiano di essere stravolti dalla pandemia.
Aiuti triplicati in Ticino - «Come Soccorso d’Inverno Ticino, durante i tre mesi della prima ondata, ossia marzo-maggio 2020, abbiamo ricevuto il doppio delle richieste d’aiuto che riceviamo nel corso di un anno» dice Nünlist. Durante l’anno, continua, «le domande sono più che triplicate.
I nuovi poveri - A chiedere una mano per arrivare a fine mese sono volti nuovi: «È subentrata una nuova fascia di popolazione che prima riusciva a vivere del proprio reddito. Soprattutto lavoratori indipendenti, penso a parrucchieri, pittori, estetiste. Tutte persone messe in difficoltà dalle chiusure o dalle stesse misure di protezione che hanno ridotto fortemente la clientela e le entrate».
I buoni per mangiare - Arduo tratteggiare un ritratto tipo di chi ha chiamato Soccorso d’Inverno: «Ma tanti sono stati gli indipendenti con famiglia a carico» dice la direttrice. «Tra luglio 2019 e giugno 2020 abbiamo erogato aiuti per 858mila franchi di aiuti, di cui circa 600mila nel periodo della pandemia». Durante la prima ondata particolarmente apprezzata è stata la distribuzione dei buoni spesa. Una spia di quali erano i bisogni.
Per distribuire si deve ricevere - Ogni caso viene valutato a sé, «perché ogni persona - spiega Nünlist - ha la propria situazione finanziaria. Chiediamo una documentazione e collaboriamo con i servizi sociali cantonali e comunali che fanno una prima analisi dei casi». Soccorso d’Inverno, ricorda la direttrice, «vive di donazioni, senza donazioni non potremmo a nostra volta elargire aiuti. Durante la pandemia la popolazione ticinese ha reagito con grande generosità. È per quello che siamo riusciti ad aiutare tanto». Un bisogno che, purtroppo, non calerà tanto presto: «Molte attività sono ancora chiuse, in tanti hanno perso il lavoro, la situazione è precipitata e la ripresa si annuncia difficile».