Diversi i progetti di nuove strutture turistiche che cercano finanziatori attraverso il crowdfunding
Positivo il giudizio di Lorenzo Pianezzi, presidente di hotelleriesuisse Ticino: «È una modalità interessante per coinvolgere il cliente affezionandolo a ciò che finanzia. Ma anche per far capire alla popolazione quanto il turismo sia importante per il Ticino»
LUGANO - Se non è ancora un fenomeno, appare un po’ più di una coincidenza. Di recente in varie zone del Ticino sono infatti spuntati - come rondini di una nuova primavera - alcuni progetti turistici realizzati o in via di realizzazione attraverso il crowdfunding o per dirla in italiano la raccolta pubblica di fondi. È successo con il Wine Hotel Conca Bella di Vacallo, che è riuscito ad ottenere contributi da 200 persone (sfruttando la formula dei “pacchetti esclusivi” spendibili in futuro), e con l’ostello di Scudellate, nell’ambito dell’Albergo diffuso del Monte Generoso. È inoltre alla ricerca di “finanziatori” una struttura ricettiva in Valle di Blenio che, recita un annuncio reiterato sulla stampa, “cerca partner e investitori per lo sviluppo di un nuovo e innovativo concetto alberghiero”.
Significa che nel Ticino del turismo le buone idee ci sono, ma mancano i soldi?
«Non credo sia la chiave giusta per comprendere il fenomeno - risponde Lorenzo Pianezzi, presidente di hotelleriesuisse Ticino -. Nell’albergheria esiste, a livello nazionale, la Società del credito alberghiero che finanzia senza problemi dei progetti. Certo occorrono un business plan valido e albergatori riconosciuti».
Qual è dunque la sua spiegazione?
«A legare i diversi progetti, dal mio punto di vista, è la volontà dei promotori di far partecipi i clienti nella struttura medesima. Si è alla ricerca di una forza affettiva per fare in modo che il cliente si leghi a ciò che finanzia. Se io cliente ti do mille franchi per il tuo progetto significa che ci credo. Perché mi piace, lo ritengo valido e quando sarà ultimato… sarò tra i frequentatori».
Quanto oggi è difficile in Ticino investire nel settore alberghiero?
«Va premesso che negli ultimi anni i margini di guadagno si sono ridotti di parecchio. Tralasciamo pure l’eccezionalità della situazione attuale favorita dalla forte concentrazione, e questo ci fa soltanto piacere, di turisti in Ticino a causa della pandemia. Purtroppo sappiamo che negli anni passati la situazione era ben diversa».
Margini ridotti significa che…?
«… investire nell’albergheria non è sempre attrattivo. Il cliente odierno è sempre più esigente e alla ricerca di servizi sempre più variegati. Durante la pandemia abbiamo visto che gli alberghi che andavano per la maggiore erano quelli con diversi tipi di servizi raccolti in un’unica struttura. Parliamo di piscina, ma anche di Spa, wellness, palestre e ristoranti con bar. In pratica un’offerta che consente al cliente di non dover uscire dall’albergo».
Strutture abbastanza rare in Ticino…
«Certamente. La tendenza dell’albergheria negli ultimi anni è stata quella di rinunciare ad alcuni servizi perché il cliente non ne usufruiva. Se pensiamo agli alberghi di città, nell’ultimo decennio è stata tralasciata la ristorazione che ha un costo molto importante. Perché il turista stesso, a meno che non ci sia una cucina o uno chef rinomati, andava alla ricerca dei vari ristoranti per conoscere anche il territorio e frequentare la cultura locale. Del resto lo fanno tutti quando visitano un Paese».
Tornando dunque alla nuova tendenza del crowdfunding, qual è l’aspetto più positivo che coglie?
«Il coinvolgimento. Far partecipare il cliente finale ad un investimento, anche in minima parte, per fare in modo che si affezioni alla struttura. È anche una modalità interessante per fare capire alla popolazione ticinese quanto il turismo sia importante per il Ticino. Se il “local” stesso investe significa che crede nelle ricadute del turismo» conclude Pianezzi.