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CANTONEGli effetti del conflitto sul Ticino? «Ci possono essere, e molteplici»

24.02.22 - 18:18
Secondo Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio, sono da prevedere rincari di gas, petrolio e cereali.
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Gli effetti del conflitto sul Ticino? «Ci possono essere, e molteplici»
Secondo Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio, sono da prevedere rincari di gas, petrolio e cereali.
Mentre il franco si rafforza, si teme inoltre un indebolimento delle esportazioni. In caso di sanzioni, le decine di aziende ticinesi che lavorano con la Russia potrebbero inoltre trovarsi i canali chiusi.

BELLINZONA - Russia contro Ucraina. Oggi il mondo intero osserva a bocca aperta l'esplosione del conflitto. Ma, guardando nel proprio orticello, si temono già le conseguenze indirette sul nostro Paese. E la domanda sorge spontanea: il Ticino potrebbe essere impattato negativamente? Secondo Luca Albertoni, direttore della camera di commercio del Canton Ticino, sì.

«Gli effetti sulla nostra economia possono essere molteplici, tra cui il rincaro delle materie prime, come gas, petrolio e cereali», ha spiegato oggi Albertoni ai microfoni di Radio Ticino. «Poi c'è il problema delle aziende che lavorano con la Russia e l'Ucraina, che rischiano di trovarsi i canali chiusi a causa del conflitto o di eventuali sanzioni economiche, che attualmente vengono prospettate. Non da ultimo, il rafforzamento del franco, che è una delle conseguenze che già si sentono negli ultimi giorni, rende ancora più cari, per l'esportazione, i nostri prodotti». Insomma, ha chiarito il direttore della CC-Ti, c'è tutta una paletta di effetti poco simpatici che possono avere un impatto anche sul nostro territorio, «a dipendenza di quanto questo malaugurato conflitto possa durare». 

Nel frattempo gli Stati Uniti hanno già minacciato, come possibile sanzione, di tagliare fuori la Russia, e dunque tutte le sue aziende, dal circuito economico bancario, e quindi dal sistema di pagamento internazionale. Questo significa che chi ha accordi con la Russia rischierebbe di non essere remunerato per le prestazioni fornite. «Questa è una sanzione molto pesante per tutte le aziende che lavorano con la Russia, e che sarebbe dannosa per la nostra economia», ha commentato Albertoni, che si è detto contrario al principio delle sanzioni, non ritenendole efficaci nella risoluzione di «questo genere di situazioni».

Non è facile stabilire il numero esatto di aziende che in Ticino hanno scambi importanti con Russia e Ucraina, chiarisce infine Albertoni. Alcune ci lavorano direttamente e altre indirettamente, rifornendo altre aziende che esportano a questi Paesi. «Si tratta comunque di diverse decine di imprese toccate in maniera diretta», conclude Albertoni, «soprattutto per quanto riguarda la Russia». 

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COMMENTI
 

vulpus 2 anni fa su tio
Un pò di cautela e ottimismo non starebbe bale da questi personaggi che distribuiscono valutazioni a destra e a manca . Come per la pandemia , dove i soliti hanno drammatizzato sull'economia in modo sproporzionato. Diciamo la verità, che nonostante le limitazioni e chiusure forzate non è poi andata così male. In quante nazioni hanno potuto continuare ai nostri livelli? E quì stessa cosa . Sulle forniture di gas e petrolio, forse sarebbe ora di diversificarne la provenienza per non essrne strangolati. Per il resto sig. Albertoni , abbiamo veramente l'impressione che tutte queste sanzioni lasciano il tempo che trovano. L'Europa, la Nato , gli USA non hanno uno straccio a disposizione per indurre Putin a desistere dalla sua aggressione. Lui vuole che l'Ucraina diventi uno stato neutro, cuscinetto tra Eu e Russia, e la spunterà, in quanto nessuno sta andando e andrà ad aiutare gli Ucraini, se non blatterando

Polifemo 2 anni fa su tio
Quindi, secondo lei, bisognerebbe restare alla finestra a guardare? Sarebbe stato meglio il silenzio…

Johnnybravo 2 anni fa su tio
Bella osservazione.... ECONOMICA, peccato che non ho sentito spendere 2 parole ma dico 2, dal sig. Albertoni riguardo alle povere famiglie che stanno fuggendo e perderanno tutto ( e purtroppo molti anche la vita). Per l'amor di Dio è vero che bisogna vedere anche l'economia, ma secondo me, ora, le priorità sono le vite umane e le storie umane.... Il discorso economico verrà dopo, anche perché non si sa nemmeno quanto durerà il conflitto, pertanto è inutile parlare a priori, al contrario: la vita , i propri affetti, i sacrifici di una vita, i propri diritti, eccetera... molta gente la/li sta perdendo ORA, anche nel mentre di questo mio post!!! Invece sento discorsi ( non in questo articolo intendiamoci) del tipo : Chissà quanti oligarchi russi perderemo nel turismo svizzero, ecc.... un po' cinico...

Polifemo 2 anni fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Che tristezza signor Albertoni…

Mattiatr 2 anni fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Dal direttore della camera di commercio ticinese ci si aspetta una considerazione in ambito economico. Se poi lei vuole un analisi sociale vada da un sociologo che probabilmente è più competente. Ci sono cariche che richiedono un'analisi, a volte fredda e cinica, dei numeri, mentre in altra sede si discute di temi più umani. Inoltre che ne sa lei se il sig, Albertoni riguardo un pensiero verso le famiglie in fuga ed in pericolo? Mai pensato che forse non è stato riportato oppure che non sia stato il caso di parlarne in un luogo non adatto?

Gus 2 anni fa su tio
Già oggi il prezzo di benzina ai distributori è aumentato. E ciò malgrado l'uso della benzina di prima della guerra. Chi imbroglia?
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