La lettera a Berna dell'Associazione Svizzera per la protezione del territorio dai Grandi Predatori
BELLINZONA - Non sono «mai stati registrati così tanti lupi nell'arco alpino (in particolare nei Cantoni Vallese, Grigioni, Uri e Ticino)», «pure vicino ai centri urbani».
È con questo incipit che il Co-Presidente dell'Associazione Svizzera per la protezione del Territorio dai Grandi Predatori, Germano Mattei, ha inviato una lettera alla Consigliera federale Karin Keller-Sutter a nome degli allevatori e alpeggianti «esasperati», che minacciano «di farsi giustizia da loro stessi».
Recentemente, ad aver fatto traboccare il vaso, sono state le «almeno 45 predazioni registrate in questi ultimi giorni sopra il villaggio Walser di Bosco Gurin, nell’alta Val Rovana», spiega Mattei nella missiva, aggiungendo che «la soglia del tollerabile è oramai superata».
Quindi un appello a Berna: «Ci appelliamo alla sua sensibilità e competenza affinché siano prese ulteriori misure urgenti per arginare il libero dilagare dei lupi in Svizzera. Vogliamo essere brevi e concisi e la invitiamo, unitamente al Consiglio federale, di valutare attentamente l’attuale situazione di emergenza, degna di pensare a un decreto federale urgente».
Le richieste, nel dettaglio
- accogliere, con applicazione immediata, la richiesta del Canton Vallese di autorizzare un prelievo straordinario di lupi per i prossimi sei mesi;
- voler autorizzare che, accanto ai Guardacaccia, sia autorizzata la collaborazione attiva dei cacciatori patentati nel prelievo dei lupi cacciabili e da prelevare urgentemente per contenere il numero. Il modello è già rodato con il “Modello di Uri” o la caccia selettiva degli ungulati e cinghiali;
- voler agire con fermezza e determinazione nei confronti della Segreteria della Convenzione di Berna a Strasburgo, in modo che evadano la richiesta presentata dalla nostra Confederazione nell’agosto 2018 e di procedere senza indugi a diminuire il grado di protezione dei lupi da “assoluto (Annesso II)” a “protetto (annesso III)”. In questo senso ci permettiamo di auspicare la presa di contatto e una sua visita a Strasburgo presso l’Ente di gestione della Convenzione di Berna.