Il pupazzo carnascialesco rancatese ha fatto la sua apparizione fra le strade del nucleo, con la sua consueta (non così velata) critica
RANCATE - Tradizione pre-carnascialesca del Mendrisiotto - che negli anni qualcuno ha anche criticato - il mitico “Genée” di Rancate anche nel 2024... ha deciso di farla finita.
Il pupazzo satirico, che simboleggia il gennaio che se ne va (e con esso il freddo e gli stenti dell'inverno) e si toglie la vita “appendendosi”, anche quest'anno porta con sé nel suo goliardico trapasso una critica (non così) velata.
Come già capitato negli scorsi anni, il pomo della discordia riguarda nuovamente la viabilità del quartiere momò. Non più di Via ai Grotti, o Piazza Santo Stefano, ma questa volta la lunga e complicata questione della viabilità a ridosso del cimitero rancatese.
Sul cartello, infatti, si legge: «Ul Genée al s'è taca sü perché dal triangul al cimiteri na pò pü», facendo riferimento alla complicata serie di precedenze e sensi unici che regolano il transito fra Via della Posta e Via Pinacoteca Züst, comprese le loro trasversali.