I favorevoli: «Chi ha a cuore il servizio pubblico deve partecipare alla protesta». I contrari: «Sciopero insostenibile e controproducente».
BELLINZONA - Da una parte c’è chi sostiene la protesta, invitando «i dipendenti pubblici ad aderire allo sciopero, e tutti coloro che hanno a cuore il Servizio pubblico ad aderire al corteo». Dall’altra c’è chi ritiene la mobilitazione «insostenibile e controproducente».
Presentato come, probabilmente, «il più grande sciopero del settore pubblico e parapubblico mai visto in Ticino», la giornata di giovedì 29 febbraio divide il Ticino e la politica fra favorevoli e contrari.
Il PS sostiene la protesta - «È scandaloso - scrive in una nota - che il Ticino, dove l'incremento dei costi della vita è particolarmente avvertito a causa dei salari bassi, sia l'unico Cantone a non garantire un adeguamento del carovita ai propri dipendenti. Questo mancato adeguamento incide, infatti, pesantemente, sui redditi dei lavoratori e delle lavoratrici per la durata dell’intera carriera professionale, determinando una significativa perdita di potere d'acquisto».
Il partito critica «la decisione sbagliata e inaccettabile della destra del Gran Consiglio di sostituire unicamente l’80% delle persone che lasciano il proprio posto di lavoro». Per i socialisti, «il notevole successo della manifestazione dello scorso 20 gennaio dimostra il crescente malcontento della popolazione ticinese nei confronti della politica fiscale portata avanti dalla destra del Paese». Da qui, l’invito ai «dipendenti pubblici ad aderire allo sciopero e tutti coloro che hanno a cuore il Servizio pubblico ad aderire al corteo previsto per le ore 17.00 dalla Stazione FFS di Bellinzona.
MPS con ErreDiPi - A favore anche l’MPS, che sostiene l’appello di ErreDiPi e invita alla partecipazione.
No del PLR - Fra i contrari, invece, c’è il PLR: «Questa astensione dal lavoro - precisa il partito in una nota - si trasformerà presto in un boomerang, perché la popolazione - già confrontata con situazioni di difficoltà - non comprenderà, né condividerà una nuova protesta che, stavolta, interferirà con importanti servizi dello Stato. E pensando all’importante votazione sulle misure di compensazione IPCT alle porte - è (per ora) agendata il prossimo 9 giugno, ndr - lo sciopero rischia di essere controproducente e doloroso».
UDC: «Chi lavora nel privato non ha i vostri privilegi» - Nei giorni passati, l’UDC ha condannato «l’estremizzazione» del dibattito sulle Pensioni. «Fuori dai Palazzi governativi - attacca il partito - in 170’000 lavorano nel privato, senza la garanzia del posto fisso e senza i privilegi del pubblico. E saranno loro a dover finanziare i privilegi dei dipendenti pubblici».