Da qualche mese chi raccoglie fondi per varie associazioni umanitarie pare avere varcato un limite. E non tutti sono d'accordo.
AIROLO - Bussano alla tua porta. Suonano al tuo campanello. E poi ti chiedono se vuoi sostenere economicamente questa o quella causa. Da qualche mese chi raccoglie fondi per varie associazioni umanitarie pare avere varcato un limite. Diverse lamentele erano state registrate nel Locarnese a inizio febbraio. In particolare sui social. Ora accade che ad Airolo addirittura il Municipio metta in guardia la popolazione tramite un avviso sull'albo comunale.
Le rassicurazioni – Nel caso specifico la società zurighese che ha ricevuto il mandato da Action Aid, associazione che finanzia vari progetti in Paesi in via di sviluppo, garantisce massima serietà e professionalità. Rassicurazioni analoghe erano arrivate un mese fa anche da Swissaid, "tacciata" di invadenza da parte di alcuni abitanti del Locarnese.
Poche lamentele alla polizia – Qualcuno, vista anche la premura del Comune di Airolo, nel frattempo si domanda: ma è davvero tutto legale? Secondo l'Ufficio stampa della polizia cantonale, contattato da tio.ch, sì. E le lamentele giunte in polizia non sarebbero poi nemmeno così tante. «È accaduto che in passato giungessero sporadicamente delle segnalazioni per attività di raccolta di fondi tramite il porta a porta», si limita a dire un portavoce.
«Informatevi sulla destinazione dei fondi» – Come bisogna comportarsi quando ci si ritrova di fronte il ragazzo di turno che ti propone di aderire a una causa benefica? «In generale – prosegue il portavoce della Cantonale –, il consiglio è di informarsi sulla destinazione dei fondi, di non fornire dati sensibili a persone che non si conoscono e di non fare entrare in casa degli sconosciuti. In caso di dubbi o se ci si trova confrontati con pressioni ritenute eccessive è bene rivolgersi al 117».
«Liberi o meno di fornire i propri dati» – Ivan Campari, redattore responsabile de "La Borsa della Spesa" è altrettanto convinto: «Non mi sembra che ci sia qualcosa di illegale. Loro chiedono dei dati, che si può volontariamente decidere di fornire o meno. Non mi risulta neppure che abbiamo ricevuto lamentele a riguardo. In ogni caso noi consigliamo sempre di valutare bene prima di fornire i propri dati personali a qualcuno che non si conosce».
Un approccio diverso – Al di là delle questioni legali e dell'opportunità di fornire o meno i dati, qui si è confrontati con un fenomeno relativamente nuovo. Questo genere di approccio solitamente lo si notava nei pressi delle stazioni, nelle piazze, in luoghi pubblici. E sembrerebbe proprio questo aspetto a infastidire il Municipio di Airolo.
La preoccupazione – «Intenzioni buone, ma modalità discutibile – ha spiegato il segretario comunale Danilo Passera al quotidiano "La Regione" –. I cittadini potrebbero sentirsi sotto pressione nel trovarsi sulla porta di casa uno sconosciuto munito di apparecchi per transazioni finanziarie. Senza contare i possibili tentativi di imitazione da parte di malviventi».