Si terrà al LAC il Lugano Happiness forum, il primo in Svizzera. L'esperta: «L'obiettivo è migliorare il benessere degli individui».
LUGANO - La felicità è una cosa seria. E va trattata in maniera scientifica da diverse prospettive, così da diventare un bene (e un diritto) per tutti, non solo per una ristretta cerchia di popolazione. Il 17 e il 18 giugno esperti, scienziati ed esponenti delle istituzioni si riuniranno al LAC per il Lugano Happiness forum, il primo sul tema in Svizzera. Ne parliamo con Silvia Misiti, direttrice di IBSA Foundation per la ricerca scientifica, una delle organizzatrici e relatrici del forum.
Spesso si leggono classifiche sui paesi più felici del mondo. Dobbiamo crederci?
Non esistono graduatorie oggettive e universali. Dipende sempre dalle domande: spesso si tratta di interviste alla popolazione sulla qualità della vita. Si chiede se i mezzi pubblici funzionano, se le famiglie sono supportate nell’educazione. È chiaro che poi le nazioni con un PIL più elevato sono avvantaggiate.
Essere più benestanti non porta quindi automaticamente alla felicità?
Non è detto che una popolazione ricca sia per forza quella che stia meglio. Entrano in gioco altri fattori, per esempio geografici. Anche l’equità è un concetto importante.
Come si può misurare il benessere?
È un tema centrale di cui si discuterà nel forum. Perché ogni sistema di valutazione ha i suoi pregi e i suoi difetti. Alla luce delle ultime evidenze scientifiche, l’obiettivo è stimolare una riflessione sulle politiche pubbliche e sui nuovi paradigmi per migliorare il livello di benessere degli individui e delle società.
Si parlerà anche di cultura e salute?
Ci sarà una sezione dedicata. Uno dei nostri scopi è portare in Svizzera il cosiddetto social prescribing: in alcuni paesi del Nord Europa i medici hanno addirittura la possibilità di prescrivere un’attività culturale. La nostra velleità è che il forum diventi un punto di riferimento e sia un luogo dove lanciare e presentare i risultati degli studi. Ci piacerebbe organizzarlo ogni due anni.
L’approccio è di tipo scientifico…
Assolutamente sì. La felicità è una cosa seria. La direzione scientifica, per esempio, è di Harvard. Inoltre, il tema è trasversale e va approcciato secondo diverse prospettive. Se ne può parlare dal punto di vista biologico e medico. Non vanno dimenticati gli aspetti sociali ed economici.
La politica è parte in causa?
Sì, ed è sempre più interessata all’argomento. Le persone più felici costano meno perché, per esempio, prendono un numero inferiore di farmaci e hanno poco bisogno del medico. Quindi, tendenzialmente, vivono più a lungo. E in Ticino il tema della longevità è centrale.
Secondo lei, i tempi sono maturi per una discussione pubblica sulla felicità?
Negli ultimi anni, ho visto crescere l’interesse. Anche l’approccio è più rigoroso e scientifico, sebbene ci siano delle difficoltà inevitabili: per esempio, è complicato dimostrare che andare a teatro faccia bene alla salute. Ma, maggiore è la serietà nell’approccio, migliore è la risposta della popolazione.
Potrà, negli anni, diventare un diritto per tutti?
È la mission del centro per la felicità e il benessere di Harvard. Da anni declina i propri studi con attività concrete nei sobborghi della città. L’approccio è pragmatico. La felicità dovrebbe essere un bene per ogni persona. E non dev’essere solo a disposizione di un'élite.
È possibile stilare un modello per la felicità?
Semplificando, gli studi più recenti mostrano che le persone che stanno meglio sono quelle che hanno delle persone accanto, con la possibilità di relazionarsi a tutti i livelli. Non è un caso che gli Stati con un alto numero di suicidi sono quelli in cui la solitudine è un problema. Magari sono anche ricchi, però, per ragioni climatiche e ambientali, è più difficile incontrarsi.
Cosa possono fare le istituzioni?
Un Governo, una Città e un Comune dovrebbero quindi provare a favorire i luoghi di aggregazione. Inoltre, le attività culturali portano connessioni sociali.
Il Lugano Happiness Forum, gratuito e aperto al pubblico (previa iscrizione sul sito di IBSA) è realizzato dal Lee Kum Sheung Center for Health and Happiness della Harvard University di Boston, IBSA Foundation per la ricerca scientifica e Città di Lugano, in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana USI, il LAC - Lugano Arte e Cultura e Lugano Region.
Si svolgerà oggi e domani, (17 e 18 giugno 2024) dalle 9.00 alle 18.30 presso la sala 1 del LAC Lugano Arte e Cultura. Si terrà in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano. In un’ottica di sostenibilità, il forum sarà un evento “Carbon Neutral (ISO 14068-1)” e vedrà il coinvolgimento di associazioni impegnate nella lotta allo spreco alimentare, piccoli produttori e cooperative locali per tutta la parte di preparazione e fornitura alimentare.
Per maggiori informazioni: https://www.ibsafoundation.org/it/progetti/cultura-e-salute/forum-happiness-lugano-2024