Le autorità cantonali avviano un progetto pilota per agevolare la gestione delle catture nell’ambito della caccia invernale.
BELLINZONA - La peste suina africana (PSA) è alle nostre porte. E preoccupa non poco le autorità. Per impedire che questa malattia - innocua per gli esseri umani ma pericolosissima per i cinghiali e i maiali da allevamento - si propaghi anche in Ticino (attualmente è presente in Nord Italia) il Cantone ha deciso di avviare tutta una serie di misure preventive tra cui un progetto pilota per agevolare la gestione delle catture nell’ambito della caccia invernale al cinghiale. «L'obiettivo principale - precisa una nota congiunta di quattro dipartimenti (DT, DI, DECS e DFE) - è aumentare il numero di catture e ridurre la densità delle popolazioni di cinghiali in Ticino».
Più catture, meno potenziale virus - Vengono naturalmente tenute sotto osservazione le zone maggiormente popolate e le fasce di confine. «Un aumento delle catture di cinghiali - spiegano le autorità - contribuirebbe dunque a ridurre la probabilità di arrivo e diffusione del virus nel nostro territorio, oltre che a semplificare la gestione dei cinghiali che potrebbero esserne colpiti.
Vari modi per favorire la caccia al cinghiale - A partire dal 2023, per favorire un maggiore prelievo di questo ungulato, è stata introdotta la caccia estiva al cinghiale in aggiunta ai consueti periodi venatori della caccia alta e della caccia invernale al cinghiale. «Per incentivare ulteriormente il numero delle catture - precisano i quattro dipartimenti - verrà ora avviato un progetto pilota rivolto alle cacciatrici e ai cacciatori, ai quali sarà offerto un punto di ritiro agevolato delle catture. Il progetto prevede la possibilità di consegnare i cinghiali abbattuti a un punto collettore situato all’interno del Centro istruzione della Protezione civile di Rivera».
4 franchi al chilo - Il Cantone, per incentivare i cacciatori, li ricompenseranno pagando 4 franchi al chilo per gli animali ritenuti idonei al consumo. Una possibilità, questa, che verrà per il momento offerta per l’intero periodo della caccia invernale al cinghiale dal 16 novembre 2024 al 22 gennaio 2025, durante i giorni aperti alla caccia (mercoledì, sabato e domenica).
Carne a chilometro zero - Gli animali ritirati saranno successivamente trasportati in un laboratorio di sezionamento e lavorati da un macellaio. «Di principio - precisa il Governo - la carne ottenuta dopo la lavorazione sarà poi utilizzata all’interno della rete di refezione cantonale come, ad esempio, nelle mense scolastiche. Questo permetterà, inoltre, di valorizzare una risorsa alimentare a chilometro zero, quale è la selvaggina. Il progetto va anche nel senso di una miglior regolazione dei cinghiali e quindi di una riduzione dei danni da essi causati in agricoltura».