I fatti sono accaduti nel febbraio del 2022 a Mendrisio. Uno degli agenti aveva inizialmente effettuato l'alcoltest al suo posto
LUGANO - Sono concluse le indagini relative al tamponamento che nel febbraio del 2022 in zona Mendrisio ha visto coinvolta una poliziotta della Gendarmeria del Mendrisiotto (che è stata poi licenziata): il Ministero pubblico ha emanato quattro decreti di accusa contro altrettanti agenti di polizia.
In primis, nei confronti della giovane agente si contemplano (la decisione è nel frattempo cresciuta in giudicato, ndr.) i reati di grave infrazione alle norme della circolazione, guida in stato di inattitudine e infrazione semplice alle norme della circolazione. È stata quindi erogata una condanna a una pena pecuniaria sospesa condizionalmente per due anni di 90 aliquote giornaliere oltre a una multa e al pagamento delle spese giudiziarie.
La vicenda non si ferma qua, anzi: nei confronti di due agenti della Polizia cantonale intervenuti sul luogo del sinistro, i rispettivi decreti d'accusa prospettano il reato di tentato favoreggiamento. Il primo per avere eseguito l'alcoltest invece della collega e comunicando quindi l'esito negativo alla Gendarmeria stradale. Il secondo per avere anch'egli fornito la medesima erronea informazione al Reparto di polizia competente.
Circa mezz'ora più tardi entrambi gli agenti hanno comunque desistito dal loro tentativo di eludere i controlli, sottoponendo spontaneamente la collega al soffio con l'etilometro e comunicandone l'effettivo esito positivo. Per l'agente che ha soffiato al posto della protagonista dell'incidente è stata proposta una pena, sospesa condizionalmente per due anni, di 45 aliquote giornaliere, oltre al pagamento di una multa e delle spese giudiziarie. Nei confronti del secondo agente la pena è stata fissata in 15 aliquote giornaliere (più la multa e il pagamento delle spese giudiziarie).
Infine, a carico del capogruppo in servizio la sera dei fatti è pure stata prospettata con decreto d'accusa, la commissione del reato di tentato favoreggiamento. Questo per aver cercato di sottrarre ai primi atti di inchiesta il collega che aveva personalmente utilizzato l'etilometro, custodendo personalmente questo apparecchio senza consegnarlo agli inquirenti. Il capogruppo ha comunque desistito dalla sua azione l'indomani, accompagnando il collega affinché confessasse in una nuova audizione. Nei confronti del capogruppo è stata proposta una condanna a una pena pecuniaria sospesa di 30 aliquote giornaliere, con pagamento di una multa e delle spese giudiziarie.