La Gioventù Comunista critica l'iniziativa parlamentare dei Giovani del Centro: «Le elezioni alle porte risvegliano sensibilità»
BELLINZONA - È polemica tra la Gioventù Comunista e i Giovani del Centro dopo la presentazione da parte di questi ultimi di un'iniziativa parlamentare volta a incentivare il rientro dei ticinesi laureati in Svizzera interna nel cantone natio tramite il rimborso della metà delle imposte cantonali pagate nell'arco di 5 anni.
«Come Gioventù Comunista apprendiamo la notizia con relativo stupore - scrivono in una nota - forse le elezioni alle porte hanno svegliato una sensibilità nei confronti delle difficoltà dei laureati ticinesi? O si tratta semplicemente di una proposta volta ad acchiappare qualche voto tra i più giovani? Quel che è sicuro è che le tempistiche sono per lo meno sospette».
E ricordano che il loro gruppo «tematizza da anni il problema della fuga di cervelli, e appare chiaro che la misura proposta dai Giovani del Centro non vada a colpire nel segno, poiché i motivi che portano i giovani formatisi in Svizzera interna a non rientrare in Ticino sono altri».
Primo fra tutti, «un reddito medio nettamente inferiore alla media nazionale, seguito da una serie di problemi socio-economici sul fronte ticinese. Ad aver creato questa situazione ha collaborato principalmente una politica borghese poco lungimirante, che trascura la promozione di un’economia ad alto valore aggiunto e che orienta la formazione prettamente verso gli interessi del padronato» affermano.
E dunque la direzione da prendere sarebbe quella di «misure volte a promuovere la predominanza dello Stato sul mercato, a migliorare le condizioni di lavoro e a favorire una formazione più lungimirante dei giovani ticinesi».
I rappresentanti della Gioventù Comunista dicono anche che »non va poi scordato, sempre in quest’ambito, il grosso problema del precariato giovanile, altra causa di fuga di cervelli, contro cui ci siamo attivati attraverso una petizione diretta al Gran Consiglio ticinese, volta a migliorare le condizioni dei giovani che entrano nel mondo del lavoro, che siano laureati o meno».
In sostanza, «la proposta dei Giovani del Centro appare come una misura cerotto, non volta a risolvere effettivamente il problema alla radice, quanto piuttosto a mettere una pezza alla situazione».
Ritengono che la strada da prendere «sia un’altra, una che ponga le condizioni necessarie affinché un giovane ticinese laureato possa rimanere in Ticino e condurre una vita decorosa».