I democentristi puntano il dito contro il Governo: «Lavoro approssimativo e superficiale».
BELLINZONA - «Il Governo prima dorme sonni tranquilli, poi di colpo si sveglia e nel panico taglia le gambe a tutti». È questa, in breve, l'opinione dell'UDC Ticino in merito alle misure di risparmio annunciate ieri dal Consiglio di Stato. Quest'ultime saranno introdotte l'anno prossimo al fine di raggiungere il pareggio dei conti entro il 2025. Il contenimento delle spese, lo ricordiamo, era stato proposto dall'UDC stesso, con il Decreto Morisoli, e poi approvato al voto dalla popolazione.
Ma se per l'UDC puntare all'obiettivo finale, il pareggio dei conti, resta essenziale, il pacchetto di correzione da 133,9 milioni di franchi presentato dal Governo «delude sia per il metodo che per i contenuti» e viene definito, senza tanti giri di parole, «indigesto».
Il Decreto «è stato votato dal Gran Consiglio nell'ottobre del 2021, poi il voto popolare del maggio 2022 l’ha confermato», sottolinea l'UDC. «Nulla impediva al Governo di iniziare una manovra di leggera correzione già sul Preventivo 2022 e di mettere a punto, nel corso del 2022, un piano di contenimento da spalmare sugli anni 2023, 2024 e 2025». Per l'UDC «si sono quindi sprecati due preziosi anni di tempo per iniziare il cantiere di correzione». Al contrario, «ieri il Governo ha presentato un pacchetto di correzione di 133,9 milioni da attuare tutto per intero sul 2024».
I democentristi si dicono delusi anche per quanto concerne i contenuti del pacchetto. «Le voci su cui intervenire sono le solite: personale, funzionamento (beni e servizi) e sussidi (spese di trasferimento)».
Per quando rguarda il personale, continua l'UDC, «siamo critici sul fatto che si punti a ridurre i salari dei dipendenti quando era, ed è ancora possibile risparmiare in altro modo». Dallo Stato «in media negli ultimi anni partono circa 270 persone all’anno. Sull’arco di tre anni sono circa 800, al costo medio annuo di 90'000 fr. La loro completa non-sostituzione produrrebbe 72 milioni di risparmio. Con una gestione manageriale dello Stato e senza Dipartimentalismo siamo certi che la metà delle partenze potrebbe non essere sostituita allocando diversamente le risorse in base all’efficacia e all’efficienza dei vari servizi; otterremmo un risparmio di oltre 30 milioni».
Non piace neanche la riduzione di 10 milioni proposta su beni e servizi. «Prima della pandemia la spesa si aggirava attorno ai 305 milioni. Il valore a P 2023 è di 347 mio. L’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione e dell’impiego delle risorse lascia dunque a desiderare, soprattutto se per fare più o meno le stesse cose di prima della Pandemia occorrono 40 milioni in più all’anno di spese di funzionamento». Oggi «il Governo riesce a proporci una riduzione di 10 milioni quando potevano essere almeno il triplo se pianificati nel tempo».
L'UDC passa infine al capitolo sussidi: «Il pacchetto del Governo propone un risparmio di 57 milioni totali su questa spesa. Riteniamo che sono pochi visto il volume odierno e la tendenza futura, ma soprattutto mal definiti. Si tratta di tagli che fanno male un po’ ovunque senza un piano preciso che avrebbe di fatto dovuto rivedere le regole del gioco della nostra socialità, ma non solo: anche il ruolo di finanziamento che lo Stato ha nei confronti di moltissime attività fuori dal sociale».
Il lavoro svolto dal Consiglio di Stato nella stesura del pacchetto viene quindi definito dai democentristi come «superficiale, approssimativo e ritardatario». In definitiva, conclude l'UDC, «riteniamo che queste grosse lacune mettano in serio pericolo l’attuabilità di molte misure proposte, di conseguenza chiediamo al Governo di partire immediatamente con una ricerca di altre misure (Piano B) senza attendere il risultato di questo preventivo o peggio ancora lasciando passare inutilmente tutto il 2024».