Far pagare i frontalieri? «Berna non ci lascia scelta».
BELLINZONA - La modifica della «Legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore» si farà. Lo ha deciso questo pomeriggio il Parlamento che nella seduta del Gran Consiglio ha accettato con 46 voti favorevoli 22 contrari e 16 astenuti di adottare lo strumento proposto lo scorso ottobre dal Governo. Il Parlamento ha poi deciso di fissare per il 2024 il gettito dell'imposta a circa 80 milioni di franchi, ovvero 10 milioni in meno rispetto a quanto avanzato nel messaggio dal Governo.
«Questa legge non è ambientale, né tanto meno incentiva l'adozione delle auto elettriche. Ha l'obiettivo di coprire i costi delle strade - ha precisato poco prima della votazione parlamentare, il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi -. Andiamo in questa direzione perché i veicoli elettrici pesano e consumano il manto stradale, in modo particolare l'asfalto fonoassorbente per cui è stato fatto un importante investimento». «La proposta del governo è figlia di un tavolo volutamente tecnico» che ha portato avanti la proposta avanzata dal popolo ovvero «ridurre l'imposta di circolazione» e che prende in considerazione «i vettori che spostano i veicoli, premiando dunque l'efficienza». «Il governo ha voluto individuare una formula che sia stabile nel tempo».
La tassa 2023, in vigore fino alla fine dell'anno, è nata a seguito del voto popolare del 30 ottobre e della decisione parlamentare successiva, introdotta da un decreto legislativo urgente. Il calcolo si compone di una tassa base per tutti e una parte a dipendenza del “coefficiente” d’inquinamento del veicolo. L’ imposta 2023 è rimasta invece invariata per le circa 40’000 vetture immatricolate prima del 2009 grazie alla moratoria. Il nuovo sistema è stato invece predisposto dopo aver raccolto e analizzato i dati del parco veicoli ticinese, valutate le criticità e coinvolti gli specialisti, per raggiungere negli anni stabilità e parità di trattamento.
«Il governo - ha spiegato Gobbi - ha previsto 91,5 milioni di franchi» nel preventivo 2024, circa 11 milioni in più rispetto a quanto riportato nel documento votato dalla popolazione. «Questo per evitare di peggiorare ulteriormente il risultato preventivato».
E a Sara Beretta Piccoli (Verdi Liberali) che chiedeva un contributo ai frontalieri che quotidianamente consumano le strade cantonali, Gobbi ha risposto: «Nell'ambito delle analisi abbiamo cercato di capire se vi fosse la possibilità di far pagare chi, pur non abitando qui, usa le nostre strade, ma la legge federale non ci lascia scelta»
La proposta è stata accolta non senza polemiche e malcontento. Il comitato di minoranza, rappresentato dagli iniziativisti, ha sostenuto con Fiorenzo Dadò e Marco Passalia (Il Centro) che questa misura rappresenta «un modo di procedere frettoloso» e che «non rispetta la volontà popolare espressa un anno fa circa il 60% dei ticinesi». Marco Agustoni, dal canto suo, ha sostenuto che «non vi sia nessun motivo valido perché il governo si debba ribellare al voto popolare», giudicando questa vicenda come «una pagina poco esemplare della nostra storia democratica». Sergio Morisoli (UDC) ha chiesto alla politica di «non perdere più tempo e di agire», ricordando che il popolo ha votato per «avere più soldi in tasca». Per Matteo Buzzi (Verdi) «sono stati dimenticati importanti elementi come massa e potenza dei veicoli». Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino&Lavoro) si è espresso a favore del rapporto di minoranza per rispettare il volere del popolo; Più Donne, come altri partiti, ha sostenuto di essere diviso al suo interno. I rappresentati di MPS, PS e Verdi Liberali hanno detto di volersi astenere.