Il Governo: «Si tratta della quarta fase dei lavori di costruzione, ristrutturazione e ampliamenti».
BELLINZONA - Via libera del Gran Consiglio: con 60 voti (1 contrario e 13 astenuti), l’aula ha votato a favore dello stanziamento di 22 milioni e 390mila franchi per i lavori di «costruzione, restauro, ristrutturazione, ampliamenti, studio di fattibilità e manutenzione straordinaria» dell’azienda agraria cantonale e del centro professionale del verde di Mezzana.
Come spiegato dal Governo nel messaggio, «si tratta della quarta fase dei lavori di costruzione, ristrutturazione e ampliamenti». In questi 18 anni sono già stati stanziati 34,3 milioni: gli interventi consentiranno di «risanare e restaurare villa Cristina», oltre a fornire «spazi adeguati alle esigenze tecniche e alle norme vigenti». Gli obiettivi sono «garantire la produttività dell’attività insediata grazie all’ampliamento della cantina vini, accrescere la sicurezza del personale sul posto di lavoro, migliorando le condizioni e qualità lavorative».
Gli interventi ridefiniranno «i collegamenti e le relazioni tra e verso gli edifici, così da garantire gli accessi ai fruitori, comprese le persone diversamente abili». Infine, garantiranno «l’operatività dell’utenza durante gli interventi di realizzazione (villa Cristina, cantina vini e sistemazione esterna della cittadella)».
Come sottolineato nel rapporto da parte di Maurizio Agustoni (il Centro), «gli interventi proposti meritano di essere confermati, anche perché si tratta di dare continuità e impulso alle attività di uno dei fiori all’occhiello dell’offerta formativa del nostro Cantone».
Non sono però mancate alcune voci critiche. «Non abbiamo firmato il rapporto per l’importante aumento della spesa inizialmente preventivata - spiega Omar Balli (Lega) - voteremo sì, ma resteremo vigili». Amalia Mirante (Avanti con Ticino e Lavoro) spera in futuro di «votare crediti che saranno tali e non continuamente aumentati. Non lo sosterremo: dubitiamo che le cifre saranno rispettate».
Sergio Morisoli (UDC) ha presentato un emendamento (bocciato) e, dal suo punto di vista, ha messo in guardia il Parlamento anche per le trattande successive: «Il Gran Consiglio sta votando crediti che non dovrebbe votare, visto il preventivo dell’anno in corso non ancora approvato e un piano finanziario di gestione corrente e degli investimenti non ancora discusso. Non è un dettaglio. Almeno si dica in maniera chiara che il governo non può usare nemmeno un franco finché il preventivo non sarà approvato».