di Alessandro Trivilini
È di questi giorni la notizia che in rete si possono acquistare passaporti e certificati vaccinali. Non c’è da stupirsi, ogni volta che un fenomeno sociale produce valore attorno a un oggetto, qualunque esso sia, i furbetti si attivano per utilizzare le tecnologie digitali per delinquere.
Per raggiungere il loro scopo sfruttano le peculiarità tecniche del Dark Web, la parte sommersa della rete che si raggiunge via Internet con software specifici, in cui la stragrande maggioranza dei contenuti è di natura illegale e pericolosa.
Con l’arrivo del virus COVID-19 il mercato nero del Dark Web è balzato nuovamente alla ribalta delle cronache, perché alcuni siti hanno iniziato a proporre prodotti adulterati per la cura del virus, come per esempio mascherine e disinfettanti a basso costo, vaccini di svariate marche e di recente anche passaporti vaccinali.
Il tutto rigorosamente contraffatto e illegale, questo è bene chiarirlo.
Il periodo estivo è ormai alle porte e con esso anche il desiderio di un numero crescente di persone che, incuriosite, si rivolgono al Dark Web in cerca di scorciatoie per acquistare documenti (falsi) per muoversi in libertà tra un Paese e l’altro.
Il passaparola e la scarsa consapevolezza giocano però un ruolo cruciale e molto rischioso, perché alimentano la falsa credenza che cercare questi contenuti nel Dark Web sia legale e non presenti alcuna minaccia.
Insomma, non hanno la minima idea di quali siano i pericoli a cui possono andare incontro, direttamente o indirettamente, quando navigano nella parte sommersa e oscura della rete.
È opportuno quindi stilare un decalogo per non farsi trovare impreparati:
1. Se sei interessato a un passaporto vaccinale, non rivolgerti mai e poi mai al Dark Web. In generale, in nessun caso un ente ufficiale o un’azienda seria riconosciuta si affiderà alla parte sommersa della rete per vendere o diffondere prodotti e servizi.
2. Accedere al Dark Web da un punto di vista puramente tecnico non è illegale, anzi, è semplice e gratuito, ma richiede consapevolezza e pone delle responsabilità in relazione ai contenuti che si cercano e si trovano.
3. Se la tua identità digitale non è protetta correttamente, potrebbe essere rubata senza che tu te ne accorga, per essere usata in seguito e commettere reati informatici a tuo nome.
4. Nonostante lo slogan da chi ha sviluppato lo strumento per navigare nel Dark Web sia “Naviga in Privato. Esplora liberamente. Difenditi contro tracciamento e sorveglianza. Evita la censura”, ricorda che nei bassi fondi della rete i contenuti sono in prevalenza illegali, per cui ciò che visiti, scarichi e cerchi pone delle grandi responsabilità, che possono portare a spiacevoli sorprese a corto, medio e lungo termine.
5. Navigare in incognito con i browser tradizionali, come per esempio Google Chrome o Firefox, non corrisponde affatto al concetto di anonimato necessario per navigare nel Dark Web. Questa opzione serve soltanto a non memorizzare la cronologia di navigazione, i cookie e altre informazioni personali.
6. L’anonimato nel Dark Web richiede una configurazione tecnicamente più ampia e complessa di molteplici variabili, che interessano il sistema operativo, lo strumento di navigazione ma anche le conoscenze minime comportamentali, legali, psicologiche e linguistiche per muoversi in sicurezza. In caso contrario la tua identità digitale potrebbe essere seriamente compromessa.
7. Se decidi di navigare nel Dark Web per appagare la mera curiosità o il desiderio di scoprire, ricorda che ti esponi a dei rischi che non si esauriscono con la sessione di navigazione o con lo spegnimento del tuo dispositivo elettronico.
8. Il Dark Web, e più in generale il Deep Web, non ha un archivio dei siti e dei contenuti che vengono pubblicati. Per cui, se per qualsiasi motivo dovessi finire nei guai e avessi la necessità di dimostrare la tua innocenza, per riprodurre oggettivamente le prove digitali che potrebbero dimostrare la tua innocenza o la tua buone fede saranno necessarie delle investigazioni digitali complesse e costose.
9. I siti nel Dark Web non risiedono all’interno di server aziendali sottoposti a controlli e regole. Essi sono memorizzati e gestiti in totale libertà nei computer di individui sparsi nel mondo. Spesso sono costruiti ad arte, parallelamente al business illegale, come esche per attrarre curiosi e indesiderati a cui riservare spiacevoli sorprese, con lo scopo di tormentarli al punto da dissuaderli a tornare a ficcare il naso nel Dark Web.
10. Diventa tu stesso un portatore sano di consapevolezza. Se qualcuno in futuro ti parlasse del Dark Web come fosse il bengodi, con entusiasmo e leggerezza, fai capo a questo decalogo per evitare che si metta nei guai.
Lo scopo di questo decalogo è sensibilizzarle le persone meno preparate sul fatto che recarsi nel Dark Web per acquistare, per esempio, un passaporto vaccinale, equivale a visitare un luogo virtuale pericoloso, dove le regole non esistono, ma esistono solo le pessime intenzioni.