«La gente ha subito ascoltato i medici. Non come in Europa», dice la giornalista Ambra Schillirò, che vive sul posto
La 38enne lancia un appello: «State a casa, fate come noi, e tutto si risolverà più in fretta»
SHANGHAI - «La situazione qui sta migliorando sempre di più. Ma non ne siamo ancora fuori del tutto». Parola di Ambra Schillirò, 38enne originaria di Catania (Italia), giornalista e imprenditrice a Shanghai, in Cina, nazione da cui è partito il contagio del nuovo coronavirus. È lei a raccontare a Tio/ 20Minuti la situazione attuale del Paese asiatico. Con un occhio anche a quanto sta accadendo in Europa.
Come ha vissuto la popolazione cinese questi mesi difficili?
«Con grande civiltà. I cittadini si sono attenuti alle direttive dei medici. Sin dal primo giorno. Non c’è neanche stato bisogno che lo chiedesse il Governo».
In Europa si dice che i cinesi tanto “sono abituati a obbedire”.
«È un’immagine distorta. Non è vero. In tantissimi posti non è stata neanche imposta la chiusura obbligatoria dei luoghi pubblici. È accaduto solo nelle zone ad alto rischio, come Wuhan. Per il resto, è stata concessa la libertà individuale. Molti esercizi pubblici hanno deciso di chiudere spontaneamente. Per una questione di coscienza».
Dunque?
«La civiltà e l’unione ci stanno permettendo di superare questo momento. È un concetto che non vedo in Europa, dove la gente non capisce che la salute viene prima di tutto. E dove non si è disposti a fermarsi tutti per due settimane in modo da sconfiggere questo virus».
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente parlato di pandemia.
«Era inevitabile che accadesse. Quello che sta facendo l’Italia, ad esempio, è corretto. Molta gente critica il fatto che non si chiudano uffici o negozi? Lo ribadisco: neanche in Cina si è chiuso tutto. Solo in certe zone. Ma sta al senso di responsabilità del singolo a questo punto capire cosa è giusto fare, anche nelle zone meno a rischio».
Il nuovo coronavirus è stato fatto passare come una malattia che colpisce solo gli anziani…
«È un dato di fatto che queste persone sono più a rischio. Il problema è come è stato interpretato questo messaggio. Vedere in televisione ragazzi che fanno la vita normale e sostengono che la malattia colpisce solo i vecchi è irritante».
All’inizio c’è stato allarmismo. Poi si è cominciato a dire che “va tutto bene”.
«Ci vuole equilibrio. Bisogna fare quello che dicono i medici. Io sono una persona estremamente ribelle. Ma so che la mia libertà finisce quando rovino quella degli altri. Dobbiamo pensare ai più deboli, tenendo presente che anche i giovani non sono immuni al virus».
Come vive le sue giornate?
«Esco il minimo indispensabile. Ho addirittura festeggiato il mio compleanno in live streaming. Io, mio cugino e la gatta eravamo gli unici in casa. Gli altri erano connessi via web, ben 2.600 persone. In Cina la battaglia non è ancora vinta completamente. C’è tanta gente che sta cercando di rientrare adesso da altri Paesi. Ci sono situazioni di ritorno. Quindi l’allerta è ancora alta. Quando stiamo a casa noi combattiamo attivamente il virus. Perché stiamo dando una mano ai medici nel trovare soluzioni e perché contribuiamo a non alimentare il contagio».
Lei sta lanciando parecchi progetti…
«Abbiamo lanciato una serie di iniziative di sensibilizzazione. Per mostrare l’unione che c’è tra stranieri e cinesi. Il virus non ha razza. Abbiamo realizzato un video che farà il giro del mondo. Come abbiamo fatto a stare a casa per due mesi noi? Ognuno si è messo a disposizione gratuitamente per fare qualcosa per gli altri. C’è chi si è ideato corsi di fitness, a cui hanno partecipato in migliaia, tutti connessi via Internet. E poi ancora concerti, lezioni di cucina, un sacco di cose che potrebbero essere imitate anche in Europa. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza affinché in Europa tutto si risolva al più presto. Fate come noi, state a casa. E vedrete che risolverete il problema in poco tempo».
Parliamo della nascita del virus. Se ne sono dette di tutti i colori. C’è chi ha addirittura parlato di complotti.
«I virologi cinesi stessi hanno dichiarato che sarà comunque complicato risalire al paziente zero. Anche il famoso mercato di Wuhan, inizialmente indicato come il luogo di partenza del virus, è stato ripulito. Poi va detto che in un altro posto vicino al mercato sono state trovate tracce risalenti a un momento precedente all’inizio dello stesso mercato. Forse il contagio è partito da lì».
Qualcuno ha messo in giro la voce che il virus è stato creato volontariamente da un laboratorio.
«Di certo il virus non può essere venuto da un laboratorio. Il laboratorio di Wuhan è di livello 4. Il virus è di livello 2. Sarebbe stato folle, senza senso, avere un virus del genere in un laboratorio così all’avanguardia. Purtroppo alla gente piace fare circolare queste voci. Ci sono i complottisti, con teorie che non servono a niente e che creano solo confusione. Oggi come oggi sappiamo che il virus viene da un animale. Non poteva essere creato da un laboratorio. A causa dei social media la gente non sa dove andare a prendere le notizie attendibili. È la cosa più drammatica».