L'ultimo di questa (sorprendentemente) lunga schiera di personaggi sopra le righe è il rapper Kanye West.
E c'è pure chi ce la fa, un paio di nomi? Reagan e Donald Trump.
WASHINGTON D.C. - Tutti i cittadini hanno diritto ad avanzare la loro candidatura a una carica politica, vale in tutti i paesi democratici, e dunque anche negli States. Ma è anche vero che il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America va a braccetto con quello di “uomo più potente della terra”. Quindi chi riesce a conquistare l’ambito seggio va guardato certo con rispetto, ma anche con preoccupazione.
Un rapper candidato alla Casa Bianca
Ha suscitato entrambe la discesa in campo a sorpresa del rapper americano Kanye West, che ha infine concretizzato una volontà già espressa, con un post social: «Ora dobbiamo realizzare la promessa dell’America credendo in Dio, unificando la nostra visione e costruendo il nostro futuro. Sono in corsa per la presidenza degli Stati Uniti». Artista di fama internazionale, marito della socialite Kim Kardiashian ha già incassato l’appoggio di un altro “strambo e famoso”: Elon Musk.
Il suo pensiero politico
Kanye West ha recentemente spiegato le sue idee politiche in un'intervista-fiume di 4 ore con Forbes. Contrario ai vaccini e all'aborto, West ha mostrato posizioni molto conservatrici citando più volte il nome di Dio. Anche il Covid-19 sarebbe apparso «perché continuiamo a fare cose che lo fanno arrabbiare». Per Trump parole di elogio: «È l'unico che ha tenuto in considerazione Dio. È una persona speciale, anche io lo sono. Solo le persone speciali possono diventare presidenti. Biden, invece, non lo è».
Due outsider che ce l'hanno fatta
Del resto se vogliamo prendere in considerazione tutte le candidature che all’apparenza sembravano folli non possiamo lasciare fuori dall’elenco quella dell’attuale presidente in carica. Donald Trump, prima di arrivare alla Casa Bianca, non è stato solo un imprenditore ma è stato anche e soprattutto una personalità televisiva. Non bisogna andare troppo indietro nel tempo per scoprire un altro outsider dal mondo dello spettacolo: l'attore di fama Ronald Reagan, rimasto in carica per due mandati dal 1981 al 1989.
Quei candidati che più strani non si può
Ma ci sono anche quelli che non ce l’hanno fatta. E anche qui la lista di “weirdos” (bizzarri, ndr.) è piuttosto lunga. A contendere la presidenza a Trump nel 2016 c’è stato anche Vermin Love Supreme, artista americano, noto per indossare uno stivale come capello e per il gigantesco spazzolino da denti che porta sempre con sé.
Andando solo di un'elezione indietro troviamo invece nella lista dei candidati anche Jonathon Sharkey, ma in questo caso giova ricordare il suo “nome di battaglia”: Albert The Impaler. Starkey è un ex-wrestler che si è candidato più volte alla presidenza e descrive sé stesso come un vampiro. Il suo programma politico è incentrato sulla riforma della giustizia e in particolare sulla volontà di torturare e impalare (di persona) i criminali.
Bisogna andare un po’ più indietro nel tempo, invece, per Gabriel Green candidato alle presidenziali nel 1960 e nel 1970 con una programma incentrato sul riuscire a entrare in contatto con gli extraterrestri. Molto più famosa è invece la storia dell'allevatore di fiere Joseph Exotic, reso celebre dalla docuserie di Netflix “Tiger King”, candidatosi nel 2016 ricevendo 962 voti.
Ecco come si fa per diventare presidente Usa
Per essere eletto presidente degli Stati Uniti bisogna soddisfare alcuni criteri stabiliti dalla Costituzione: possedere la cittadinanza statunitense sin dal momento della nascita; avere almeno 35 anni di età; avere avuto la residenza su suolo statunitense per un periodo di almeno 14 anni.
Solitamente il candidato cerca di ottenere la nomina da uno dei due partiti politici maggioritari (Partito repubblicano o Partito democratico) candidandosi alle elezioni primarie dei suddetti. È possibile anche “correre” da indipendente previa registrazione alla Federal Election Commission (Fec) dichiarando la somma minima di 5'000 dollari per l’inizio della campagna elettorale. La Fec va tenuta aggiornata trimestralmente coi rapporti sulle spese.
Ma non finisce qui, per apparire sulle schede elettorali, il candidato indipendente deve inoltrare richiesta a ognuno dei 52 Stati. Ogni domanda deve essere accompagnata da un ben preciso numero di firme (che va dalle 350 dell'Alabama alle 26'000 della California), in alcuni casi il termine per la richiesta è anche di un anno precedente l'andata al voto. In caso di mancata richiesta, il candidato potrà comunque essere votato scrivendo il nome sullo spazio vuoto della scheda elettorale.