L'ex presidente ha dato sfogo alla sua rabbia per la perquisizione a sorpresa della sua villa avvenuta lunedì mattina.
NEW YORK - «Un attacco coordinato della sinistra radicale dei democratici e delle autorità giudiziarie». Così Donald Trump torna a intervenire sul raid dell'Fbi nella sua abitazione di Mar-a-Lago.
«È accaduta una cosa terribile. Non siamo meglio di un paese del terzo mondo, di una repubblica delle banane. Questo non è altro che il proseguire delle indagini per la Russia, della bufala dell'impeachment 1 e 2 e del rapporto di Mueller», afferma Trump. Joe Biden «sapeva tutto, così come sa tutto degli accordi di Hinter», suo figlio.
La reazione della destra - Intanto monta la rabbia online della destra. «È guerra». Sono le parole che Steven Crowder, commentatore conservatore, ha indirizzato ai suoi 1,9 milioni di follower su Twitter dopo il blitz dell'Fbi nella casa di Donald Trump. Una rabbia condivisa online da molti sostenitori dell'ex presidente.
«Questo significa guerra», ha scritto The Gateway Pundit, pubblicazione pro-Trump. Un post rimbalzato anche su Telegram grazie a un account legato a Stephen Bannon. Il blitz «mostra quello che molti di noi dicono da tempo. Siamo in guerra», ha commentato Joe Kent, candidato alla Camera appoggiato da Trump, intervenendo al podcast 'Bannon's War Room'.
Le critiche - Il linguaggio duro e violento preoccupa gli esperti politici. Pur non traducendosi direttamente in violenza fisica, crea un'atmosfera di violenza che diventa lentamente sempre più accettata. Il ministro della Giustizia americano Merrick Garland finisce da parte sua nel mirino delle critiche per il blitz. Non scampa agli attacchi neanche il direttore dell'Fbi, Christopher Wray, nominato proprio dall'ex presidente.
L'FBI tace - I repubblicani compatti chiedono loro una spiegazione per un'azione senza precedenti. «È necessario che si spieghi cosa ha portato» alla perquisizione, afferma il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, dando voce ai malumori del suo partito. Il Dipartimento di Giustizia non commenta. Bocche cucite anche all'Fbi.
Secondo il Wall Street Journal, quest'ultimo avrebbe sequestrato 10 scatole di materiale dalla casa di Trump. Vengono citate alcune fonti, secondo le quali la perquisizione degli agenti federali non rientra nell'indagine del Dipartimento di Stato sul 6 gennaio.