Ne sono stati rilevati 4. Nell'ultimo mese sono stati 27
TAIPEI - Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito di aver rilevato lunedì altri quattro palloni aerostatici cinesi, parte di una nuova tattica da 'zona grigia' in vista delle delicate elezioni presidenziali e di rinnovo del parlamento di sabato 13 gennaio: hanno tagliato la linea mediana dello Stretto di Taiwan per poi sparire verso est, progressivamente.
Nel totale, i palloni hanno toccato quota 27, sia ad alta quota e sia in volo sopra e intorno all'isola, nell'ultimo mese con un'impennata senza precedenti che ha permesso la violazione ripetuta dello spazio aereo territoriale taiwanese fino a costringere Taipei a doverne dare conto nei suoi rapporti militari. I sorvoli diretti, per altro verso, sono un'escalation significativa e potrebbero essere considerati da un punto di vista tecnico come un «primo attacco».
Taiwan ha accusato la Cina di guerra psicologica dato che all'inizio i voli sembravano sporadici, con i palloni al largo delle coste: negli ultimi giorni c'è stata un'impennata con il tracciamento del sorvolo dell'isola da nord a sud. Sabato, il ministero della Difesa ha rilasciato una nota in cui si definivano i palloni una «seria minaccia» per la sicurezza aerea internazionale, a causa delle loro traiettorie di volo, denunciando pratiche «per influenzare il morale del nostro popolo», come parte della tattica della "zona grigia" della Cina.
Si tratta di strategie descritte in passato dal Pentagono collocate nella «ambigua terra di nessuno tra pace e guerra, a riflettere il tipo di campagne aggressive, persistenti e con determinate caratteristiche della guerra ma senza l'uso palese della forza militare».
La settimana scorsa, Taiwan ha riferito che tre palloni erano sono stati rilevati per la prima volta a 120-184 miglia dalla base aerea di Ching Chuan Kang nella città di Taichung, anche se potrebbero essersi avvicinati di più. La struttura ha un'importanza confermata dal fatto che le forze armate cinesi ne costruirono una replica a grandezza naturale nel Gansu come bersaglio per gli attacchi simulati dall'aeronautica dell'Esercito popolare di liberazione.