Nel caos in cui è piombato il Sudafrica sono in decine ad armarsi per difendere quel che resta della normalità
JOHANNESBURG - 72 morti, 1'300 arresti e innumerevoli saccheggi. La situazione attuale del Sudafrica è vicina alla crisi totale e anche polizia ed esercito fanno faticano a mantenere l'ordine nelle due province più popolose: Gauteng (dove c'è anche Johannesburg) e KwaZulu-Natal (provincia natale di Zuma)
Gli attacchi a supermercati, depositi i merci, centri commerciali e anche ospedali restano sistematici, conferma il Guardian. E non si tratta per forza di cose di bande armate, anche di gruppi di insospettabili cittadini che tentano di trarre il massimo profitto da una situazione endemica di caos.
Per proteggere i propri quartieri e le proprie abitazioni sono diversi i cittadini che si sono organizzati in milizie armate in stile paramilitare. Una novità che, anche abbastanza incredibilmente, è stata blandamente appoggiata dal ministro della Polizia sudafricano Bheki Cele: «Devono collaborale con la polizia e con i militari», ha spiegato ai media, «l'importante è che non comincino ad agire in maniera indipendente, sparando alla gente e sostituendosi alla legge».
Nel sobborgo di Soweto, riporta sempre il Guardian, una situazione degna di un film apocalittico: i residenti - con pistole, bastoni e spray al peperoncino - fanno la guardia all'unico centro commerciale che non è ancora stato saccheggiato. La pratica di erigere barricate all'ingresso di quartieri e strutture-chiave è largamente diffusa.
«Volevamo andare a fare la spesa», racconta una donna di Port Edward che si è trovata ad avere a che fare con un gruppo di vigilante che faceva la guardia a un supermercato locale, «mi hanno detto di tornare a casa e non uscirne, non sono stati apertamente ostili ma abbiamo comunque deciso di tornare a casa. E adesso la dispensa si sta svuotando».
Fra chi si è mobilitato per la difesa dei negozi ci sono anche i tassisti che si sono apertamente schierati: «È nei nostri interessi prendere posizione nei confronti di questi criminale», ha confermato su Twitter l'agenzia nazionale dei taxi SANTACO che ha già organizzato diverse barricate di veicoli, «non vogliamo assolutamente sostituirci alla polizia, in ogni caso quando ci sarà bisogno, noi saremo pronti a intervenire».
Se questo comportamento è silenziosamente approvato dalle autorità, e in alcuni casi anche apertamente lodato, la preoccupazione che questo tipo di comportamento però possa esacerbare la tensione e la divisione fra le varie comunità.