Lo svela uno studio sui criteri d'investimento realizzato da Campden Wealth e Barclays Bank
LONDRA - Criteri sociali e ambientali sono sempre più centrali nell'orientare le strategie di investimento dei ricchi: la quota di privati e fondazioni che, oltre alla redditività, considera anche questi aspetti nell'allestimento del portafoglio è salita al 35% nel 2020, contro il 20% osservato l'anno precedente.
È quanto emerge da uno studio realizzato "a quattro mani" dalla società di consulenza Campden Wealth e dalla banca Barclays.
Le persone facoltose puntano ad ampliare i loro investimenti in particolare nei settori della sanità, dell'alimentazione e dell'agricoltura. Si muovono ormai nell'ambito del cosiddetto "impact investing", cioè la strategia di investimento che combina i guadagni con l'intenzione di avere un effetto positivo sul fronte ecologico o sociale.
«Un campanello d'allarme» - I ricchi interpellati nell'ambito di un sondaggio hanno descritto la crisi del coronavirus come un campanello d'allarme a tal proposito. Alla base della motivazione di agire figura peraltro sì l'obiettivo di rendere il mondo un posto migliore, ma anche l'aspettativa che questo stile di investimento renderà di più in futuro.