Gli alberi vengono abbattuti per fare spazio ai capi di bestiame grazie ai quali si producono borse, scarpe e portafogli
Secondo uno studio, entro il 2025 verranno abbattuti quasi due miliardi di animali per produrre borse, portafogli e scarpe
VANCOUVER - Scarpe, borse e portafogli. Ma da dove viene il cuoio? Che siano brand di alta o bassa gamma, c'è una forte probabilità che la maggior parte del pellame utilizzato per produrre accessori di tutti giorni provenga dal Brasile. E per allevare così tanti animali, serve molto spazio, idealmente quello occupato dalla Foresta amazzonica.
Ci sono H&M, Zara, Guess, il gruppo LVMH, Adidas e Fila. La lista redatta da un gruppo di ricercatori di Stand.earthm, un'organizzazione ambientale, contiene più di 100 marchi di moda che hanno una o più connessioni con la deforestazione in Amazzonia. Pubblicato ieri, lo studio mostra più di 400 collegamenti nella catena di approvvigionamento che partono dalle case di moda, si intersecano e collidono tutti, almeno una volta, nelle aziende che lavorano la carne in Brasile. In particolare, i ricercatori hanno trovato come sia il gruppo Jbs, il più grande produttore al mondo di carne e suoi derivati, a provvedere alla maggior parte del bisogno di cuoio di queste marche. A livello di numeri, il Jbs esporta l'80% dei suoi prodotti, la metà è destinata alla lavorazione in Cina e un terzo alle industrie italiane.
I ricercatori hanno calcolato che se le marche vogliono provvedere alla richiesta del mercato di portafogli, borse e scarpe, è necessario abbattere 430 milioni di bovini ogni anno. Questo vuol dire macellare quasi due miliardi di animali entro il 2025. Ma per allevare questi capi di bestiame è necessario molto spazio, sia per farli vivere che per nutrirli. E a questo bisogno risponde la deforestazione.
Proprio il Jbs era già apparso agli onori della cronaca lo scorso anno in un'inchiesta condotta dal Réporter Brasil, il Bureau of Investigative journalism e il Guardian in cui veniva mostrato come l'azienda fosse responsabile di deforestazione in Brasile. La ricerca condotta da Stand.earth ha rimarcato come questa industria rivesta il fattore più incisivo in questa pratica. Olio di palma, soia, cacao, caffè, fibre del legno e gomma sommate tutte insieme causano solo la metà dell'impatto che la carne ha nella deforestazione.
Come riporta il Guardian, l'analisi ha mostrato come 23 delle aziende di moda hanno delle policy incentrate sulla deforestazione e per questo i ricercatori ritengono che le stiano violando. Tra queste c'è anche il gruppo francese LVMH, di cui fanno parte ad esempio Dior, Louis Vuitton, Sephora, Fendi e Bulgari, che proprio all'inizio di quest'anno si era impegnato con l'Unesco a proteggere la Foresta amazzonica.